Al di là di un discorso su quale età sia giusta o meno, ecco alcuni consigli su quali regole rispettare per l’uso del dispositivo
Ormai il cellulare, che fino a qualche anno fa si concedeva all’inizio delle medie, viene dato ai propri figli già alla fine delle scuole elementari. Al di là che si può affrontare il discorso di come sia deleterio, anche per la loro salute psico-fisica, dare già a quell’età un telefonino, qui si cerca di dare dei consigli per orientarsi nella scelta e nel comportamento da avere una volta che avrà in mano il primo cellulare della propria vita.
Quando si regala un telefonino al proprio figlio, ci sarebbe da rispondere alla domanda se lo facciamo per lui o lo facciamo per noi stessi, un modo di controllarlo a distanza quando è fuori casa. Intanto, per quanto riguarda la scuola, è di qualche mese la notizia del ministro Valditara che ha emanato una circolare che vieta l’utilizzo di smartphone a scuola alle elementari e alle medie. Anche per scopi didattici. Un divieto che quindi si allarga all’utilizzo spesso indiscriminato da parte dei docenti del registro elettronico.
Con questa scelta il ministro Valditara ha voluto contrastare “gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”. Adesso ci sono nuovi studi sull’uso precoce del cellulare. Qui bisogna affrontare il tema dell’educazione digitale, che deve coinvolgere tutti i soggetti in causa: non solo la scuola e gli insegnanti, ma la famiglia e l’intera rete sociale. Anche perché mancano le regole e si rischia di crescere una generazione piena di ansia, poco sicura, isolata dai coetanei.
È ormai assodata la pratica di fornire al minore uno smartphone con l’inizio delle scuole medie. Come riporta il Corriere della Sera, dati alla mano, in Italia, è più dell’80% dei ragazzi/e tra 11-17 anni a possedere un telefono proprio. Il problema è che l’auto-controllo si sviluppa piuttosto tardi, intorno ai 20 anni. L’accesso quantomeno ai social andrebbe dunque ritardato, magari fino ai 16 anni. Ma serve una legge a riguardo. Intanto c’è da capire quante ore al giorno lasciare il cellulare a un figlio piccolo, che frequenta le medie o le elementari. Non esiste una regola precisa, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità – nella fascia dai 6 ai 10 anni – stabilisce un massimo di due ore al giorno per tutti gli schermi. Magari facendolo pranzare e cenare senza telefono. Gli adolescenti hanno oggi paura di annoiarsi, senza capire come il silenzio sia fondamentale per recuperare la capacità di concentrarsi. E magari usare un po’ di più la fantasia.
I ragazzi di oggi devono stupirsi. E, come detto, soffrono di ansia. Ecco perché ogni tanto basta una bella gita in montagna, per ritrovare stupore per l’inaspettato. Altra cosa: proprio perché i giovani di oggi combattono soprattutto con l’ansia, è meglio che gli smartphone stiano fuori dalla camera da letto. È fondamentale dormire bene. Inoltre, serve un controllo anche nel mondo digitale. E ora un consiglio ai genitori: bisogna dare fiducia ai propri figli: farli uscire i figli da soli è un buon modo, mandarli a scuola, alle medie, insieme ai compagni invece di accompagnarli anche. Con il telefono, per sicurezza. Ma anche senza. Si può. E durante le vacanze estive, tre mesi senza scuola e compagni di classe, magari fare usare meno il cellulare sarebbe cosa gradita.
Qualche consiglio su come usarlo è stato dato, ora si può dare qualche consiglio su cosa comprare e come scegliere un modello. Al di là di mode, richieste dei ragazzi, disponibilità economiche, è sempre meglio orientarsi su modelli non onerosi. Meglio puntare sugli smartphone ricondizionati, dispositivi che hanno già vissuto sul mercato per un certo periodo: prodotti magari destinati all’esposizione, invenduti, ordinati e rispediti dal cliente al distributore magari per difetti minimi.
Ed eccoci arrivare al parental control. Si tratta di un particolare tipo di impostazioni che consente agli adulti di decidere limiti di accesso ad app o servizi da parte dei propri figli. Ma i settaggi si possono estendere all’utilizzo generale dello smartphone, del tablet, delle console per i videogiochi, del televisore smart e di qualsiasi device. Funziona anche come addestramento, per educare e aiutare bambini e adolescenti a sviluppare sane abitudini tecnologiche.
Sono i vecchi cellulari che nulla avevano di smart e che oggi sono ritornati sul mercato sotto mentite spoglie, con l’introduzione di una serie di funzionalità che li hanno avvicinati agli smartphone veri e propri. Pensiamo, ad esempio, a un prodotto come il Nokia 6300: all’apparenza un semplice cellulare con tanto di tastiera fisica, ma con la possibilità di installare applicazioni come WhatsApp e Facebook. Possono essere lo strumento giusto per i ragazzi che si avvicinano a questo dispositivo.
Meglio regalare dispositivi con display al di sotto dei 6,3 pollici (anche se sono diventati rari nel mercato). Però, tra il mondo Android e il mondo Apple qualcosa si trova ancora.
Ecco un’altra categoria di smartphone che negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo. Si tratta dei cellulari rugged, termine che tradotto dall’inglese significa corazzato. Sono smartphone che integrano tutte le funzioni di un tradizionale cellulare, ma garantiscono tanta resistenza a cadute, urti e situazioni più disparate. Può essere uno strumento utile per i bambini, di solito poco attenti a urti e cadute.
Regole date, consigli pure e orientamento sulla scelta del cellulare idem. Adesso tocca all’abbonamento telefonico. Le offerte sono varie, ma il consiglio è di far riferimento a offerte che prevedano delle soglie per chiamate, sms e traffico dati. In questo modo sarà molto più semplice imporre dei limiti di utilizzo.
Se si vuole che l’utilizzo di internet e dei social network da parte dei figli sia limitato all’ambito domestico, si può optare per un tablet solo Wi-Fi. È un prodotto perfetto per lo scopo e anche in questo caso ci sono molte alternative: dagli iPad di Apple ai tantissimi tablet Android.
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