di Tina Cioffo– Alla vigilia del voto in Senato, cosa è e come cambia la legittima difesa per l’aggressore e per l’aggredito. Inasprimento delle pene ma anche tante polemiche sull’uso delle armi. Per don Pietro Sigurani non è la giusta strada.
Alla vigilia del voto in Senato, legittima difesa con la pistola ad acqua. L’iniziativa è di un prete che ha deciso di prendere una posizione netta e pubblica, contro l’uso delle armi. Si tratta di don Pietro Sigurani, rettore della Basilica di Sant’Eustachio di Roma. La protesta “non è contro una persona, un politico o un partito in particolare – spiega don Sigurani – ma contro un’idea, contro tutto ciò che alimenta la paura dell’altro. Io sono prete, sono contro la violenza e tutto ciò che la richiama“. “E’ ridicolo – aggiunge – che con tutti i congegni elettronici che esistono oggi, servono proprio le pistole“. E allora domenica 14 aprile, la domenica Delle Palme il rettore della Basilica, da deciso che regalerà pistole ad acqua. “Magari improvviseranno pure una battaglia”, dice con ironia.
Il provvedimento sulla legittima difesa, caldeggiato dalla Lega e tornato a Palazzo Madama dopo che la Camera ha apportato una modifica sulle coperture finanziarie, cambia radicalmente il diritto alla difesa di chi viene aggredito nella propria abitazione o nel luogo di interessi, lavoro, attività imprenditoriale e commerciale.
Il punto centrale della legge oltre a pene più severe per chi commette reati contro il patrimonio: per la violazione di domicilio i ladri rischiano da uno a quattro anni di carcere e per il furto in abitazione e la rapina da due a sei anni, è che la difesa sarà sempre legittima per proteggere la propria o l’altrui incolumità, i beni propri o altrui, se vi è in campo il “pericolo di un’aggressione”. Sarà considerato “il grave stato di turbamento” derivante dalla situazione di pericolo in atto. Ma chi può dire quando inizia e quando finisce il turbamento? Cosa è questo stato d’animo per il codice penale? E’ chiaro che sarà fondamentale l’interpretazione che ne darà il giudice, laddove si dovesse trovare a decidere, per esempio, sul caso di un ladro sparato già fuori casa. Nei casi di legittima difesa domiciliare è esclusa sempre la responsabilità e quindi il risarcimento di eventuali danni arrecati al ladro, dunque se l’aggredito viene assolto in campo penale, non sarà obbligato a risarcire i danni causati al ladro.
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