Vita di lusso con i soldi dei risparmiatori truffati, sigilli ai beni del promotore finanziario

Circa cinquanta persone gli avevano affidato i propri risparmi attratti dall’idea di investimenti convenienti. E invece il promotore finanziario di Aversa li ha truffati, distraendo i fondi e facendo perdere somme notevoli di denaro alle sue vittime, fra le quali anche la figlia di un uomo ucciso dalla camorra che gli aveva affidati i soldi elargiti dallo Stato come risarcimento.

Sequestro di 2, 5 milioni di euro nei confronti di cinque persone indagate, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, abusivismo finanziario e riciclaggio nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli nord e condotta dal Nucleo di Polizia economico – finanziaria della Guardia di finanza di Caserta. Il principale indagato è un promotore finanziario di Aversa che ha operato, insieme al cognato, pur non avendo alcun mandato da società o imprese autorizzate dal 2009 al 2014. L’uomo, indagato insieme alla moglie e ai figli e al cognato, approfittando della fiducia di molte persone e prospettando lauti guadagni attraverso l’investimento in diversi titoli sul petrolio e sul rame, avrebbero indotto le vittime a farsi consegnare i propri risparmi per circa 3 milioni di euro.

I soldi sarebbero stati poi fatti confluire dal finto promotore finanziario sui conti intestati a lui, alla moglie e ai tre figli, ponendo in essere attività di riciclaggio per nasconderne la provenienza illecita.

Lusso garantito dallo schema Ponzi

Auto di lusso e rimborso delle rate dei mutui accesi per l’acquisto di immobili: così avrebbe utilizzato l’indagato i soldi dei risparmiatori truffati. Dall’ esame dei conti correnti, è emerso che i profitti illeciti venivano ottenuti applicando un modello economico di vendita fraudolenta, noto come

“ schema Ponzi”, in base al quale i rimborsi degli interessi del capitale versato dalle persone truffate sono avvenuti solo grazie al flusso di denaro in entrata assicuratogli dai nuovi investitori.

La situazione è diventata ingestibile quando l’indagato non è più riuscito a far fronte alle pressanti e innumerevoli richieste di rimborso del capitale da parte dei clienti, alcuni dei quali hanno anche provveduto a chiederne il fallimento, successivamente dichiarato dalla Sezione fallimentare del Tribunale Napoli Nord. Il promotore finanziario ha fatto sparire libri e scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del suo patrimonio e del suo giro d’affari e ha anche compiuto delle operazioni per distrarre i fondi dei suoi creditori, commettendo così il reato di bancarotta documentale e distrattiva.

Truffata la figlia di una vittima innocente della camorra

Sono circa cinquanta le vittime e fra loro anche una donna casertana che ha affidato all’uomo 80 mila euro ricevuti dallo Stato come risarcimento per l’uccisione del padre ad opera della camorra. La donna truffata ha sporto denuncia. L’indagato principale ha anche simulato la vendita di un immobile di prestigio, adibito ad abitazione di famiglia, ad Aversa e per un prezzo dichiarato di 900 mila euro. L’ha venduto a due dei suoi figli che hanno formalmente accreditato le somme di denaro sul conto del padre che, a sua volta, le ha però riaccreditate a titolo di storno sui loro stessi conti correnti.

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