di Fabio Mencocco – Sta ancora suscitando polemica la conferenza stampa tenuta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini a Castel Volturno. In molti non hanno ricevuto quelle risposte per il territorio che si aspettavano dal vice premier, che si trova a fronteggiare anche la crisi di governo.
Quella del 15 agosto non è stata la prima volta per Matteo Salvini a Castel Volturno. L’attuale vice premier aveva visitato la cittadina casertana anche nel 2017 in piena campagna elettorale, in cui aveva fatto anche delle specifiche promesse. In quella circostanza alla domanda cosa avrebbe fatto per Castel Volturno nel caso fosse andato al governo aveva risposto chiaramente: “Fossi io al governo farei un censimento di tutte le presenze di immigrati, professione per professione, questo farei. Ovviamente non in un quarto d’ora” cosi l’allora candidato Matteo Salvini parlava da Castel Volturno in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Sottolineando che le “proposte si fanno all’opposizione, ma quando si fa il ministro, il sindaco il presidente della Regione dovresti dare qualche risposta”.
Nel 2019 Salvini è tornato a Castel Volturno da ministro dell’Interno e dopo un anno e due mesi di governo gialloverde ha tirato le somme di quanto fatto per il la città dove ha presieduto il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica ed è stato accolto anche da contestazioni: “Sul territorio ci sono alcune centinaia di uomini e donne delle forze dell’ordine in più, inoltre abbiamo fatto abbattere 9 villette abusive per dare un segnale di legalità e stiamo lavorando ad un progetto di video sorveglianza” ha risposto Salvini.
Dopo la risposta il ministro Matteo Salvini si è grattato la testa, senza aggiungere niente altro. Certo in un anno non si possono fare miracoli ed in crisi di governo è difficile parlare di cose concrete da realizzare, ma di certo in tanti si aspettavano qualcosa in più per Castel Volturno che una percentuale di presenza di migranti che supera le 15mila unità, tra quelli regolari ed irregolari. Inoltre sono ancora tante le ferite ancora aperte di questo territorio come: il dramma della prostituzione, la questione caporalato, il servizi minimi inesistenti. Problemi che attualmente non sono stati nemmeno lontanamente affrontate e di cui non si è accennato nemmeno durante la visita del 15 agosto del vice premier Salvini.
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