Veleni sull’edizione del Premio internazionale di poesia “i versi non scritti”. In un comunicato stampa l’associazione Si Teverola onlus è intervenuta, annuncia che adirà le vie legali a tutela della propria onorabilità.
“In riferimento ai rumors, ma chiamiamoli pure pettegolezzi o meglio diffamazioni, messi in atto da alcuni soggetti, in merito al Premio Internazionale di Poesia “I versi non scritti…”, che quest’anno giunge alla sua terza edizione e che ha fatto molto parlare di sé nelle passate edizioni, sia per la notevole adesione (oltre 500 poeti da ogni angolo d’Italia), sia per i livelli qualitativamente alti dei partecipanti, l’associazione Sì Teverola Onlus precisa che, contrariamente alle diffamazioni messe in giro, fin dal 2017 è l’unica organizzatrice di tale premio”: così scrive l’associazione.
Sì Teverola onlus sottolinea che “l’organizzazione non sta sfruttando la memoria di persone defunte per ricavarne un lucro e non sta ottenendo alcun lucro ma, anzi, nel panorama dei concorsi di poesia, è uno dei pochi che consente una partecipazione totalmente gratuita ai concorrenti”.
L’associazione aggiunge che, “contrariamente alle diffamazioni messe in giro, le spese del premio sono state per ogni edizione puntualmente rendicontate, con rendiconti pubblici e se un ente come la Regione le ha validate, chi le contesta – scrive Sì Teverola onlus – o è in malafede o non sa di cosa parla”.
“Per porre fine a tutto ciò, con particolare riferimento alle intimidazioni, messe in atto da alcuni soggetti, nei confronti di giurati e concorrenti, l’organizzazione di volontariato Sì Teverola Onlus si vede costretta a ricorrere all’aiuto dei legali per salvaguardare la propria onorabilità e la buona riuscita del Premio Internazionale di Poesia “I versi non scritti…” che quest’anno vede in gara 243 poesie, e 16 libri di poesie, scritte da 85 poeti, provenienti da 16 Regioni d’Italia e 2 stati europei”.
Ma da dove nasce la polemica che getta un’ ombra pesante sul concorso? Dalla presa di distanza del padre del ragazzo morto in età prematura, al quale il concorso era stato dedicato. Il genitore del giovane scomparso per via di un fatale incidente stradale, accusa l’associazione di aver intitolato l’iniziativa alla memoria del figlio senza alcuna forma di consenso.
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