Diciannove anni e la seconda dose del vaccino. Il racconto di una madre che ha temuto di perdere il figlio dopo averlo visto entrare in pronto soccorso.
“Vorrei raccontarle cosa è successo a mio figlio dopo la seconda dose di vaccino”, comincia così il racconto di una mamma che ha temuto di perdere il figlio di soli 19 anni dopo la somministrazione del vaccino anticovid. Il ragazzo che fino a maggio era a Princeton nel New Jersey perché vincitore di una prestigiosa borsa di studio di danza all’american Ballet come ballerino classico, aveva fatto lì la prima dose. “Il 19 Maggio – racconta la donna- gli scadeva il passaporto e per quattro mesi abbiamo chiamato, inviato messaggi diverse volte l’Ambasciata italiana ma senza fortuna, così mio figlio è stato costretto a rientrate. La seconda dose di vaccino, avrebbe dovuto farla lì il 22 maggio e perciò quando è tornato a casa siamo andati ad Aversa al centro vaccini, pensando ovviamente di fare il nostro compito. A quel punto è però cominciata la nostra odissea di mail e solleciti. Alla fine riusciamo ad avere il vaccino, una settimana fa, a Caserta”.
Dopo la somministrazione, di sera iniziarono dolori di testa e febbre. “Allora il dottore ci consigliò una compressa di tachidol ogni quattro ore. Ne prese una di sera, una seconda alle dieci del mattino e un’altra alle tre del pomeriggio”. Qualcosa è però andato storto. Il ragazzo sviene e batte la testa in maniera violenta. I genitori lo portano al Pronto soccorso di una clinica vicina. “Non ricordava perché fosse a casa e al pronto soccorso lo fecero entrare da solo per via delle norme covid. A nulla servirono le mie preghiere sperando di poterlo assistere visto che mio figlio non era in grado di rispondere alle domande”. Nel frattempo, anche la mamma che aspetta disperata si sente male.
“Mio figlio– dice la donna- continuava a stare male e secondo i medici, era in overdose da eroina. Cosa impossibile perché come atleta è sempre sotto antidoping, poi è un ragazzo che vive per la danza con ore ed ore in sala, quindi non poteva proprio essere. Mio figlio nella sua vita non prende neppure i medicinali per semplici mal di testa. Lo diciamo e i medici cambiano idea, secondo una dottoressa mio figlio era pieno di morfina. Non sapendo a chi votarmi contattai il medico curante e alla fine si capisce che gli enzimi nel vaccino con la tachidol avevano aumentato la morfina del fegato. Cosa che viene segnalata anche su internet. L’amnesia era stata invece causata da un trauma cranico dovuto alla caduta per via dello svenimento”. Il ragazzo trasferito poi a Caserta, viene curato e ora sta bene. “Mio figlio – confessa la mamma- rischiato di morire ed è per questa ragione che spero che il nostro racconta possa mettere tutti sull’avviso. I medici non possono arroccarsi dietro il Covid ed i malati non possono essere lasciati soli”.
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