Ambiente

Uno YouTuber ha rimosso 15 milioni di kg di rifiuti dagli oceani

MrBeast, famoso YouTuber ha deciso di dare un importante contributo all’ambiente ripulendo l’oceano dai rifiuti

In collaborazione con Ocean Conservancy e The Ocean Cleanup, lo YouTuber MrBeast, nome d’arte di Jimmy Donaldson, è sceso in campo in prima persona per ripulire l’oceano da 15 milioni di kg di rifiuti plastici. 

L’iniziativa chiamata Team Seas, avviata ad ottobre 2021, ha toccato dei numeri incredibilmente importanti. Infatti, da un lato questa cifra ci ricorda quanto siano inquinate le acque del nostro pianeta e delle proporzioni del problema, dall’altro ci fa venire voglia di fare un grande applauso al creator per questa iniziativa importante.

Non è il primo progetto sostenibile che MrBreast porta aventi, infatti il precedente Team Trees, incentrato sulla piantagione degli alberi, a sua volta era riuscito ad apportare un contributo all’ambiente decisamente rilevante.

Se pensate che il canale YouTube di MrBeast è il più seguito al mondo, con oltre 302 milioni di iscritti, potete immaginare quanta risonanza possa aver avuto il suo messaggio e la sua richiesta d’aiuto ai membri della sua numerosa community.

La comunità online si batte per l’ambiente

Le nuove generazioni sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali e sono i giovani sono primi a scendere in campo per tutelare la natura.

Ma c’è anche chi decide di non partecipare attivamente alle iniziative ma di fare comunque la sua parte finanziando questi importanti progetti. La comunità online infatti ha risposto favorevolmente alla campagna di MrBeast, andando a creare una delle campagne di crowdfunding più grosse di sempre.

Gli influencer hanno il potere di coinvolgere il pubblico più di molti enti ed associazioni – Creative Commons Attribution 3.0 – ireporters.it

Questo dimostra che coinvolgere la propria community in campagne incentrate sulla sostenibilità può essere una mossa vincente non solo per creare maggiore aggregazione all’interno del pubblico, condividendo gli stessi ideali e lottando per la stessa causa, ma può provocare una risonanza di larga scala, capace di dare un contributo prezioso alla salvaguardia dell’ambiente, proprio come in questo caso.

Da un grande potere derivano grandi responsabilità

Pensate al fenomeno dell’influencer marketing e a quanto successo è riuscito a riscuotere in passato e provate ad immaginare quanto certi creator influenzino a tutti gli effetti il proprio pubblico: sfruttare la propria influenza per fare del bene è importante e non per soggiogare le masse verso un valore che non sentono proprio ma per aumentare la consapevolezza dei propri followers rispetto a certe tematiche di cui magari prima conoscevano poco o ritenevano meno importanti. 

Creare contenuti per informare della gravità della situazione relativa all’inquinamento dei mari da parte di un influencer risulta molto più efficace perché il pubblico in questione è portato a fidarsi della fonte che sta divulgando queste notizie pur non essendo un ente autorevole in materia.

Le persone si fidano degli influencer che seguono e tendono ad allineare i loro valori con quelli dei creators che prendono come riferimento, ecco perchè la risonanza avuta dalla campagna di MrBeast è stata così elevata.

La nascita dei green influencer

Per unire i due argomenti trattati sopra, vogliamo parlarvi della nascita dei green influencer, ovvero creator che nascono con lo scopo di sensibilizzare il pubblico rispetto a tematiche green. In questo caso, spesso, si trovano figure preparate in merito che offrono per esempio vere e proprie consulenze ambientali, come Andrea Grieco o esperti in packaging sostenibili come Federica Brumen. Ma anche atleti ed esploratori come Omar di Felice che porta con sé i propri follower mentre attraversa il LADAKH, una delle regioni più remote del pianeta per dare una testimonianza in prima persona della situazione ambientale in queste aree sconosciute.

In conclusione, spesso si guarda con scetticismo a YouTubers e Influencer, ma la verità è che l’ascendente che questi riescono ad avere sul loro pubblico di migliaia, se non milioni di followers, è più di quello che potrebbero sperare di ottenere molte associazioni no profit che investono parecchio in campagne di marketing per sensibilizzare il pubblico.

Questo perché, come abbiamo detto, siamo più propensi ad accettare suggerimenti, consigli e opinioni da persone che sentiamo vicine a noi e l’influencer marketing si basa proprio su questo concetto, portando quindi a risultati mille volte più soddisfacenti e importanti. 

Se volete fare la vostra parte o scoprire di più su Team Seas e sulla quantità in continuo aggiornamento dei rifiuti eliminati dall’oceano, vi consigliamo di dare un’occhiata al sito ufficiale.

Alessia Barra

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