Tutela allevamento bufala mediterranea, rabbia degli allevatori

Gli allevatori bufalini sono arrabbiati e anche sconfortati. Si aspettavano un aiuto dal Consiglio regionale della Campania ma dicono di essere rimasti delusi.

Ma possibile che nessuno, compreso il Presidente, si ferma un attimo ad analizzare con certezza quelli che sono i dati? E’ la domanda che alimenta lo stato d’animo degli allevatori bufalini che si aspettavano l’aiuto del Governatore, Vincenzo De Luca e degli altri politici regionali. “Un libro già letto, promesse già fatte, protocolli già visti, fondi dirottati in altre province, progetti inutili finanziati e mai portati a termine, speculazioni legalizzate – dice l’associazione degli allevatori- al solo fine di rafforzare ruoli e posizioni di chi le governa, fallimento della linea adottata dalla dirigenza dell’Istituto Zooprofilattico di Portici”.

Secondo i bufalini, i protocolli periodici dei controlli previsti per legge vengono continuamente elusi ed è necessario che si agisca in maniera tempestiva sulle questioni che riguardano le zoonosi. Ad oggi, a causa dell’inefficacia del piano di eradicazione applicato, l’incidenza del contagio continua a crescere e a raggiungere numeri che difficilmente riusciremo a tenere sotto controllo. L’indennizzo riconosciuto agli allevatori in caso di abbattimenti di capi bufalini affetti dalle zoonosi riguarda esclusivamente il ripopolamento e non le ristrutturazioni per la biosicurezza di stalla. Il problema è che l’indennizzo, in una stalla di media grandezza è neanche il 50% del valore del capo abbattuto. L’idea di una programmazione sul lungo termine affidata ai PSR è pur necessaria ma ora gli allevatori hanno bisogno di interventi economici diretti ed immediati.

I dati della filiera

“Ci rendiamo conto – chiedono- che mentre si attiveranno i PSR saremo già morti? Abbiamo, intanto, un nuovo grave campanello di allarme: accensione di focolai di brucellosi in Comuni dell’alto casertano fino ad ora ufficialmente indenni. E’ chiaro che la questione “brucellosi” è chiaramente sfuggita di mano”. I dati ufficiali di oggi portano circa il 19% di prevalenza della brucellosi di su base provinciale e se il ragionamento è giusto, sulla scia della velocità di contagio accertata, nel giro di un anno il dato potrebbe raddoppiare. Il 36% la filiera è da considerarsi definitivamente persa! A Castel Volturno, per esempio, si è distrutto un patrimonio economico e culturale, quasi come se il piano di eradicazione non avesse riguardato la brucellosi ma le bufale. A fronte di questi dati, appare decisamente anomalo l’incremento del 30% della produzione della mozzarella decantato dal Consorzio DOP.

La delusione e la sfiducia degli allevatori

“Partendo dal presupposto che la maggior parte delle aziende bufaline casertane sono piccole e medie imprese, riteniamo – dicono- che è assolutamente ancora oggi necessaria una rivalutazione delle aziende sotto il profilo strutturale al fine del rispetto dagli standard delle normative ambientali. Ma come potrà mai attuarsi questo se, dai dati che emergono dall’ultimo PSR, solo il 4% dei fondi è stato destinato al settore agricolo in provincia di Caserta?”. Confessano di aver “perso la fiducia nelle Istituzioni, in quelli che avrebbero dovuto tutelare i nostri diritti, in quelli che avrebbero dovuto governare i processi a sostegno di tutto il comparto. Ci siamo sentiti truffati quando ci parlavano di biosicurezza ma poi, a nostre spese, abbiamo adeguato le aziende senza veder mai rimborsato il costo di quanto promesso. Che fine hanno fatto i soldi della biosicurezza finanziati e mai arrivati agli allevatori casertani?”. E poi rivolgendosi a De Luca, avvertono: “Caro Presidente, finché si continuerà a dare credito a chi è stato causa del fallimento del piano di eradicazione della brucellosi nessuno sarà credibile!”

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