Truffe al volante: quali sono e come difendersi

Tanti gli stratagemmi messi in atto dai malintenzionati per mettere in atto truffe ai danni degli automobilisti

Dal pedone che finge di essere investito allo specchietto rotto fino al finto pedinamento, le truffe stradali sono in aumento. Secondo una ricerca di Facile.it, realizzata con Consumerismo No Profit, mUp Research e Bilendi, nell’ultimo anno circa 2 milioni di italiani sono stati vittima di raggiri mentre guidavano o parcheggiavano.

I giovani sono i più colpiti, con una percentuale che supera l’8% tra gli under 35, rispetto a una media nazionale del 5%. A livello territoriale, il fenomeno è più diffuso nelle regioni del Sud e nelle Isole, con un’incidenza del 7%.

Truffe al volante: ecco a cosa stare attenti e come difendersi

Siamo quotidianamente bersagliati da truffe in vari ambiti, e anche gli automobilisti non sono esenti. Un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, in collaborazione con Consumerismo No Profit, ha rilevato un aumento significativo delle truffe al volante. Scopriamo quali sono le più comuni.

Negli ultimi dodici mesi, circa 2 milioni di italiani sono stati truffati mentre guidavano o parcheggiavano. I giovani under 35 sono i più vulnerabili, con una percentuale di truffati superiore all’8%, rispetto alla media nazionale del 5%. Nelle regioni del Sud e nelle Isole, il tasso sale al 7%.

Truffe al volante: quali sono e come difendersi
Truffe al volante: quali sono e come difendersi -Pexels @Thomas H. – Ireporters.it

 

Nonostante molti truffatori utilizzino schemi noti, ci sono state 880.000 vittime che hanno pagato in contanti i malviventi nell’ultimo anno. Fortunatamente, le somme estorte sono generalmente basse: il 29% ha pagato 50 euro, il 31% tra 50 e 100 euro e solo l’8% ha pagato oltre 300 euro.

Parliamo ora delle modalità più comuni: ql primo posto c’è il finto tamponamento, che ha coinvolto il 44% degli intervistati. Durante una manovra in un parcheggio, i truffatori simulano un urto e accusano il conducente di aver colpito la loro auto. Questa truffa è stata sperimentata dal 41% degli uomini e dal 47% delle donne.

Segue la truffa dello specchietto rotto, nel 42% dei casi. Mentre si è in marcia, la vittima sente un colpo alla propria auto e i truffatori sostengono che lo specchietto si sia rotto. Questa truffa colpisce soprattutto gli uomini (48%), mentre le donne ne sono vittime nel 35% dei casi.

Al 13% troviamo il finto pedone: il truffatore finge di essere stato investito vicino alle strisce pedonali, sperando che il conducente paghi per evitare problemi. In questo caso, i giovani sono i bersagli preferiti: il 15% delle vittime ha tra i 18 e i 25 anni.

Il modo migliore per evitare di essere truffati? Dire subito che si vuole chiamare la Polizia per risolvere ufficialmente la questione. Nella maggior parte dei casi, il truffatore si allontana al sentire la parola “Polizia”. Questo metodo è usato dal 54% delle potenziali vittime. Nel 24% dei casi, i conducenti più esperti proseguono senza fermarsi.

“Il consiglio per chi si trova in una situazione dubbia è di chiamare le Forze dell’ordine e, in ogni caso, trattandosi di un sinistro stradale è bene compilare il modulo CAI, Constatazione Amichevole di Incidente”, ha spiegato Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it.

“Non facciamoci tentare dalla possibilità di ‘trovare un accordo’ o risolvere il danno senza passare dall’assicurazione, poiché potrebbe trattarsi di una truffa. E in ogni caso, se il sinistro è reale, anche con una denuncia alla compagnia assicurativa è possibile evitare il peggioramento della classe di merito rimborsando alla compagnia stessa, tramite Consap, il danno causato”.

La strategia dei truffatori prevede di chiedere un rimborso in contanti senza fare denuncia né alle autorità né alla compagnia assicurativa, per evitare che l’automobilista subisca un peggioramento della classe di merito e un conseguente aumento del premio RC auto.

Gli automobilisti più esperti, invece, una volta riconosciuto il tentativo di truffa, o hanno proseguito senza fermarsi (24%) oppure si sono fermati e hanno insistito per chiamare le forze dell’ordine (54%). Al solo sentir parlare di Polizia, spesso i truffatori hanno immediatamente cambiato idea sulla richiesta di risarcimento.

Le diverse tipologie nel dettaglio

Dall’analisi delle risposte di chi, nell’ultimo anno, ha subito un tentativo di truffa, emerge che lo schema più utilizzato è quello del finto tamponamento (44% dei rispondenti). La dinamica è sempre la stessa: l’automobilista, durante una manovra in un parcheggio, sente un colpo all’auto causato abilmente dal truffatore, che subito dopo lo accusa di avergli danneggiato la carrozzeria e propone di saldare in contanti per evitare di coinvolgere la compagnia assicurativa. Questa modalità colpisce particolarmente le donne, con una percentuale del 47%, mentre tra gli uomini si ferma al 41%.

Truffe al volante: quali sono e come difendersi
Truffe al volante: quali sono e come difendersi – https://www.axa.ch/ – Ireporters.it

 

Un’altra truffa particolarmente comune è quella dello specchietto rotto, che riguarda il 42% dei rispondenti. In questo caso, la frode avviene mentre la vittima è alla guida. Ad un certo punto, l’automobilista sente un forte rumore, di solito provocato dal lancio di una lattina vuota da parte di un complice del truffatore. Pochi istanti dopo, un’altra auto si affianca alla sua e il conducente gli intima di accostare.

Una volta scesi dai veicoli, il truffatore accusa l’automobilista di aver urtato e rotto il suo specchietto. La proposta del truffatore è sempre la stessa: saldare il danno in contanti per evitare di coinvolgere la compagnia assicurativa e prevenire aumenti sul premio RC auto. Secondo l’indagine, questa truffa colpisce maggiormente gli uomini, con una percentuale del 48% rispetto al 35% delle donne.

L’ultima novità in fatto di tentativi di truffa agli automobilisti è quella del pedone investito, che ha coinvolto il 13% degli intervistati secondo l’indagine commissionata da Facile.it in collaborazione con Consumerismo No Profit. La dinamica è semplice: il truffatore finge di essere stato investito buttandosi a terra non appena passa un’auto.

Spesso un complice interviene come testimone oculare del falso incidente. Sfruttando il senso di colpa e la paura di possibili conseguenze dell’automobilista, i truffatori propongono di risolvere la questione con un piccolo risarcimento in contanti. Le vittime più frequenti sono i giovani tra i 18 e i 25 anni (15%), che risultano più vulnerabili a causa della loro inesperienza.

C’è anche la tecnica del sassolino: mentre state guidando, potreste sentire un piccolo colpo sulla carrozzeria e subito dopo essere affiancati da un altro veicolo. Il conducente, in realtà un truffatore, vi intima di fermarvi, mostrandovi un’ammaccatura sulla sua vettura, accusandovi di averlo urtato.

Spesso, il danno era preesistente o provocato appositamente. Il truffatore chiede denaro per risolvere la situazione velocemente. In genere si è disposti a pagare per chiudere la questione senza coinvolgere l’assicurazione, il che potrebbe comportare un aumento della classe di merito e del relativo premio annuale.

Come sempre, se ci si trova in questa situazione bisogna insistere per effettuare una constatazione amichevole di incidente e spesso, di fronte a questa richiesta, il truffatore desisterà e se ne andrà.