Traffico internazionale di rifiuti, scattano arresti anche a Caserta

Il provvedimento riguarda funzionari doganali, personale sanitario, spedizionieri, dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.

Sessantanove misure cautelari, 87 indagati, 84 perquisizioni e 100 capi d’imputazione. Sono i numeri della maxi-operazione scattata all’alba di oggi in Campania e che ha visto impegnati 250 militari della Guardia di Finanza di Salerno. L’inchiesta della Procura di Salerno ha permesso di ricostruire una serie di comportamenti illeciti commessi nell’area portuale di Salerno. Le 69 misure cautelari hanno, infatti, riguardato 17 funzionari doganali, 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri doganali, 10 operatori portuali, 2 avvocati, un dipendente amministrativo in servizio presso la Procura Repubblica di Salerno, 10 soggetti privati e un militare della Finanza. Di questi 39 sono finiti ai domiciliari, per 21 è stato disposto il divieto di dimora a Salerno e per altri 9 è scattata la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione.

L’inchiesta

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Salerno Elena Guarino e dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale, ha consentito il sequestro di oltre 60 tonnellate di rifiuti, speciali e non, nonché di oltre 1.000 pannelli fotovoltaici e di circa 100 accumulatori di energia elettrica di provenienza furtiva e destinati al continente africano. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti. L’operazione riguarda anche le province di Avellino, Caserta e Napoli e riguarda reati commessi nell’area portuale salernitana. L’indagine, denominata “Tortuga”, è partita ad aprile 2018 in seguito a una segnalazione dell’Olaf, l’ufficio europeo antifrode, relativa a un sospetto contrabbando di tabacco per narghilè, in transito per il porto di Salerno e apparentemente destinato in Marocco. Gli accertamenti, come spiegato in videoconferenza dal procuratore Giuseppe Borrelli, hanno consentito di accertare come il transito, riguardante oltre 5 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, era giunto solo apparentemente negli spazi doganali per la successiva esportazione in quanto, con il coinvolgimento di funzionari doganali, era stato registrato fittiziamente in uscita dall’Ufficio doganale di Salerno laddove era stato immesso illecitamente sul mercato. Il tutto ha provocato un’evasione dei diritti doganali stimata in oltre un milione e 200mila euro.

Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo

“Quello che emerge dalle immagini pubblicate oggi dalla Guardia di Finanza di Salerno, nell’ambito dell’operazione nell’area portuale, è sconcertante. Un sistema marcio che deve essere scardinato mettendo in campo ogni risorsa e applicando provvedimenti severissimi nei confronti di chi ha abusato della propria posizione per trarre benefici personali.
Si tratta di un episodio gravissimo e intollerabile che da rappresentante del governo, da cittadino e da salernitano condanno fermamente”, scrive in una nota il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. “La legalità ha bisogno di una ‘manutenzione’ quotidiana e ad assicurala sono i nostri uomini e le nostre donne in divisa – scrive Tofalo – Grazie alle Forze dell’Ordine e di Polizia sempre a lavoro contro il crimine. In particolare, i miei complimenti alla Guardia di Finanza per questa significativa operazione”

 

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