Poche ore al voto che porterà i cittadini di Teverola a scegliere fra quattro candidati alla carica di sindaco
Ultime ore prima del voto e day after dei comizi di chiusura dei quattro candidati alla carica di sindaco.
Il primo a parlare ai cittadini, dal palco di piazza Cavour, ieri sera è stato Biagio Lusini, candidato sindaco della lista “Teverola città”. Lusini ha presentato i punti cardine del suo programma, ponendo particolare attenzione alla metropolitana, che ovviamente non è di competenza comunale, ma per la quale, ha annunciato, si batterà affinché venga realizzata con lo scopo di avere un’opera in grado di cambiare il paese e migliorare l’ambiente. Il candidato ha puntato il dito contro Di Matteo, Barbato e Caserta, accusandoli di non aver fatto niente nei tre anni di amministrazione. Lusini rivolgendosi ai cittadini, ha detto: “Mi dovete votare perché io ci sono sempre e quando non ci sarò io, ci saranno i miei figli, e quando non ci saranno loro, ci saranno i miei nipoti. Nu facit’ i fessarie, vutatem!”.
Dopo Lusini, è stata la volta del candidato sindaco Tommaso Barbato alla guida della lista “Futura per Teverola”. Ad aprire il suo comizio il saluto di Nicola Barbato, medaglia d’argento al valor civile e quello del consigliere regionale Stefano Graziano. Barbato ha elencato alcuni punti del programma, per poi aggiungere che la sua amministrazione sarà aperta a tutti, che lui e i suoi consiglieri saranno fra la gente e per la gente e non troveranno mai le porte chiuse al Comune, com’è accaduto durante l’amministrazione Di Matteo. “La normalità, questo è quello che vogliamo! Noi porteremo la normalità a Teverola, prima di correre bisogna imparare a camminare e per farlo prima delle grandi opere, c’è bisogno di una base umana solida. Ribellatevi alla politica preistorica che ogni anno si maschera da cambiamento e ci propina i soliti atti fatti di chiacchiere e bugie”.
Terzo candidato in corsa a parlare, Francesco D’Auria della lista “Noi per voi”. Il suo è stato un attacco unico destinato in modo indistinto ai tre competitor, che rappresentano per lui la stessa faccia della politica fallimentare di Teverola.“Gli stessi politici quando chiudeva il pastificio Chirico dov’erano? Gli onorevoli dov’eravano ?”, ha gridato dal palco, aggiungendo: “Hanno mai fatto qualcosa che non fosse legato al proprio tornaconto elettorale?”. L’affondo di D’Auria è andato avanti: “Non sono interessati ai cittadini, ma solo a loro e agli interessi di pochi”. D’Auria ha detto ai cittadini di non aver “accettato compromessi, né accordi, noi – ha affermato – abbiamo detto sì solo a noi stessi e dopo decenni, per la prima volta, questo paese può avere un vero cambiamento”.
L’ultimo comizio è stato quello di Dario Di Matteo, candidato della lista Teverola città fertile, che ha voluto incontrare gli elettori a Piazza Trieste, a differenza degli avversari che hanno utilizzato il palco di via Cavour.
Di Matteo ha presentato i suoi “compagni di viaggio”, dicendo “siamo solo noi, perché questa lista non ha padroni né padrini”, dopodichè ha attaccato Lusini “che da giorni gira con una vela nei rioni per presentare progetti di aree verdi che, lo ha dimostrato nei decenni, non rientrano di certo nella sua linea amministrativa”. Sul gruppo Barbato, Di Matteo ha detto: “Hanno fatto una campagna elettorale sulla porta blindata e su un cartello ( sul quale c’era scritto che il sindaco riceveva ogni giorno tranne che per richieste di lavoro, ndr), ma quella porta è di alluminio e quel cartello era provocatorio, lo sanno bene i miei ex compagni di viaggio che era legato ad un momento in cui, come uomo e come sindaco, mi sono assunto responsabilità per me e per conto terzi. Ho pagato un prezzo altissimo, non ho visto mia figlia nascere e voi – ha detto rivolgendosi ai competior – avete fatto una campagna sul fango, vergognatevi!”.
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