Antonio Tessitore protesta all’Asl di Caserta, lo fa scendendo in campo in prima persona per denunciare “un’assistenza insufficiente”. Il 43enne di Villa Literno è affetto dalla Sla e già da qualche settimana lamenta un pagamento estremamente in ritardo degli infermieri che lo assistono, oltre ad una carenza di assistenza che mette in difficoltà lui e tutti coloro che si trovano nella sua stessa condizione.
Tessitore protesta Asl Caserta
Coadiuvato dai suoi assistenti ed a bordo della sua sedia a rotelle Antonio Tessitore ha deciso di protestare all’esterno della sede Asl di Caserta. Parla grazie alla voce sintetizzata dal computer, quello che è diventato la sua finestra sul mondo da quando la Sla non gli permette più di parlare. Tessitore ha deciso di scendere in campo per lamentare una “carenza insufficiente, che colpisce me e tutti coloro che si trovano nella mia condizione”. Il 43enne di Villa Literno aveva già fatto sentire la sua voce in piazza Marconi, ma anche in quel caso l’appello rimase inascoltato.
Così ha deciso di muoversi e di recarsi a Caserta perché i suoi infermieri vengono pagati con estremo ritardo e questo gli crea molti problemi come sottolinea egli stesso: “Tengo a precisare che allo stato attuale il personale assegnatomi è di sole 3 persone nelle 24 ore, insufficiente, oltre alla formazione che avviene a mio carico per tempi indefiniti e dipendenti dalle capacità intrinseche degli operatori stessi”. Il problema sta nel fatto che l’Ambito che “risponde economicamente per il 50% ai miei progetti assistenziali, non eroga fondi alla COOP detentrice del progetto, mettendo la stessa in seria difficoltà anche nel reperimento di personale da inquadrare”. Queste parole le ha ribadite più volte Antonio che solo qualche giorno fa aveva anche detto: “Se non posso vivere con dignità meglio il suicidio“.
Il discorso di Tessitore. Appello al ministro Speranza
Ecco il discorso completo scritto da Antonio Tessitore e poi letto durante la protesta all’Asl di Caserta.
“Sono Antonio Tessitore, ammalato di Sla, e sono qui oggi a denunciare il mancato rispetto dei progetti assistenziali a mio carico. Purtroppo ad oggi, l’Ambito che risponde economicamente per il 50% ai miei progetti assistenziali, non eroga fondi alla Coop detentrice del progetto, mettendo la stessa in seria difficoltà anche nel reperimento di personale da inquadrare. Tengo a precisare che allo stato attuale il personale assegnatomi è di sole tre persone nelle 24 ore, insufficiente, oltre alla formazione che avviene a mio carico per tempi indefiniti e dipendenti dalle capacità intrinseche degli operatori stessi. Come ricordavo, sono malato di Sla da 16 anni e sono al terzostadio della malattia. Sono completamente paralizzato e respiro tramite un ventilatore. Sono gestito, ripeto, con 80 euro al giorno da una cooperativa che ci rimette di tasca propria e i tre assistenti vengono sottopagati con tre turni di sei ore con 20 euro al turno. Gli immigrati vengono pagati di più e senza responsabilità, mentre i miei assistenti hanno la responsabilità della mia vita. Da due anni le istituzioni locali, regionali e provinciali nonostante le mie continue richieste mi ignorano. Se faccio questo appello è perché sono distrutto moralmente, e posso fare una pazzia. Non ho famiglia, vivo da solo, non ho un caregiver. Sono disposto a protestare davanti al Ministero della salute fino all’esaurimento delle batterie del ventilatore con la conseguente mia morte per soffocamento. Per questo rivolgo anche un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al dottor Luigi Patacchia. Voglio una risposta. Altrimenti potrei mettere in atto decisioni drastiche. La mia richiesta è all’attenzione del direttore generale dell’Asl di Caserta tramite la presidenza regionale della commissione sanità. Non voglio incontrare nessuno, voglio solo vivere con dignità e voglio adesso nero su bianco altrimenti l’Asl dovrà provvedere alla rimozione della mia salma.
La riposta di Asl Caserta e Ambito C7
Informato della protesta di Tessitore sul posto è intervenuto anche Aniello Sacco, dirigente dell’Als diretta da Ferdinando Russo. Sacco ha specificato: “Come Asl assicuriamo tutta l’assistenza sanitaria di cui ha bisogno ed è completamente a nostro carico. Mentre per l’aspetto socio sanitario il compenso dei collaboratori è diviso al 50% con le cooperative, mentre l’assistenza materiale è a carico dei comuni. Noi – assicura Sacco – paghiamo sempre la nostra parte”. Anche Ernesto Di Mattia, direttore dell’Ambito sanitario C7 con capofila Lusciano si è subito attivato per cercare di risolvere il problema: “Ho sentito la cooperativa e mi ha detto che proprio di recente ha effettuato il regolare pagamento, noi come ambito territoriale siamo sempre al fianco di chi ha bisogno in particolare di persone che hanno patologie molto importanti come Antonio Tessitore. Cerchiamo – sottolinea – di non far mancare niente e siamo sempre pronti al dialogo”. Con la protesta Antonio ha voluto chiedere alla Regione Campania anche di snellire il procedimento per il pagamento delle cooperative, distribuendo tutto il budget all’Asl che pagherebbe direttamente le coop saltando il passaggio dell’ambiento territoriale, così da “poter avere una maggiore assistenza e dignità” ha concluso Tessitore.