Supplenze, anche gli insegnanti con un punteggio alto rischiano di restare senza cattedra

Tra algoritmo e precariato, si preannuncia un altro anno di passione per gli insegnanti in Italia: “È una roulette russa”, denuncia Usb Scuola

Con l’inizio dell’anno scolastico, si ripropone puntualmente il problema delle supplenze e della gestione del personale docente, un nodo che il sistema scolastico italiano non riesce ancora a sciogliere. La cronica mancanza di insegnanti e le difficoltà organizzative nelle assegnazioni dei docenti stanno mettendo a dura prova le scuole di tutto il paese. A peggiorare ulteriormente la situazione, quest’anno si è aggiunto un ulteriore ostacolo: l’algoritmo ministeriale, incaricato di assegnare gli incarichi di supplenza in modo informatizzato, ha dimostrato non solo delle falle, ma ha contribuito a creare un clima di incertezza e confusione.

Il funzionamento dell’algoritmo

L’algoritmo, che dovrebbe gestire l’assegnazione delle supplenze in base alle preferenze espresse dai docenti e alle cattedre disponibili, sembra spesso produrre risultati paradossali. La denuncia è stata portata avanti da Lucia Donat Cattin, membro dell’esecutivo nazionale dell’USB Scuola, che ha sottolineato come gli insegnanti, pur compilando una lista di preferenze, non abbiano reale contezza delle cattedre effettivamente disponibili. Se l’algoritmo non trova una corrispondenza tra le preferenze e i posti, il docente viene considerato rinunciatario, rimanendo così senza incarico per l’intero anno. Una situazione che molti definiscono una vera e propria “roulette russa”, in cui basta un errore per perdere l’occasione di lavorare per l’anno scolastico in corso.

A rendere tutto ancora più complesso, è la tempistica delle graduatorie e delle disponibilità delle cattedre. Donat Cattin ha denunciato che spesso le cattedre vengono rese pubbliche troppo tardi, addirittura settimane dopo l’avvio dell’anno scolastico, causando il mancato incarico per docenti con punteggi elevati. Questo ritardo nelle assegnazioni rischia di lasciare scoperte intere classi e compromettere la qualità dell’insegnamento.

Aula di scuola
Aula di scuola | pixabay @WOKANDAPIX

Il problema del precariato

Ma l’algoritmo non è l’unico problema. Come sottolineato da Manuela Calza, segretaria nazionale della Flc Cgil, il vero nodo da risolvere è il precariato, che coinvolge una fetta significativa del corpo docente. Attualmente, un quarto degli insegnanti italiani è assunto con contratti a tempo determinato. Questa instabilità lavorativa si riflette negativamente non solo sugli insegnanti stessi, ma anche sugli studenti, che si trovano spesso ad iniziare l’anno con orari ridotti e cambi continui di docenti Nel 2024 si prevede l’assegnazione di circa 200.000 incarichi a tempo determinato, ma la mancanza di un’organizzazione efficiente e trasparente continua a ostacolare una gestione regolare. Molte scuole sono costrette a tamponare l’emergenza con orari ridotti e turni di docenti che si danno il cambio per coprire i buchi.

Le sanzioni per il rifiuto o l’abbandono delle supplenze

In questo contesto già caotico, il Ministero dell’Istruzione ha introdotto nuove regole per gestire i rifiuti o l’abbandono degli incarichi di supplenza da parte dei docenti. L’ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 prevede sanzioni severe per chi, dopo aver ottenuto un incarico, decide di rinunciarvi o abbandonarlo.

Nel caso di rinuncia a una supplenza assegnata dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), le conseguenze possono essere pesanti. Un docente che rinuncia all’incarico non potrà più ottenere supplenze fino alla fine dell’anno scolastico, né da GPS né da Graduatorie d’Istituto, con l’unica eccezione delle supplenze brevi. Inoltre, l’abbandono del servizio, soprattutto se si tratta di incarichi al 30 giugno o al 31 agosto, comporta l’esclusione dalle graduatorie per l’intero periodo di vigenza delle stesse, che per il biennio 2024/2026 significa una sanzione pesante per chi decide di lasciare l’incarico. Esistono tuttavia delle eccezioni: un docente può abbandonare il servizio senza incorrere in sanzioni se lo fa per accettare una supplenza da GPS che gli garantisca una maggiore stabilità rispetto a quella offerta dalla Graduatoria d’Istituto.