Arriva la stangata per le pensioni degli italiani. L’INPS vorrebbe fermare il pagamento degli assegni: sorgono dei problemi di bilancio.
Il quadro delle pensioni in Italia è diventato sempre più complicato. Nel corso di quest’anno i pensionati hanno avuto modo di esultare, specie dal prossimo mese con l’arrivo della quattordicesima. In generale però nel corso di questo 2024 c’è stato un aumento del 5,4%, con il Governo che ha voluto adattare gli importi al dato dell’inflazione presente sulla penisola. Eppure, anche questo incremento non sarà ripetuto il prossimo anno a causa del placarsi della curva di inflazione.
La situazione risulta maggiormente incerta specialmente nel caso delle pensioni anticipate. Infatti, sono sempre meno gli italiani che sanno bene quando conviene andare in pensione. Una situazione di incertezza che sta scoraggiando tutti sulla penisola e che porta gli altri a chiedersi cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi. Adesso, inoltre, dall’INPS potrebbe arrivare una nuova batosta. I prossimi importi potrebbero essere sospesi a causa di problemi di bilancio da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
INPS, arriva lo stop alle pensioni: cosa potrebbe succedere nel futuro prossimo
Il panorama delle pensioni in Italia per il 2025 si presenta complesso e pieno di sfide, con prospettive che segnalano una difficile sostenibilità finanziaria. Il recente Def approvato dal governo ha evidenziato una situazione critica nelle casse pubbliche, con proiezioni di spesa pensionistica in costante aumento: da 337,4 miliardi nel 2024 a 368 miliardi nel 2027. Questo incremento è attribuibile principalmente al rapporto sempre più sbilanciato tra il numero di pensionati e quello degli occupati, mettendo in luce la crescente pressione finanziaria sul sistema pensionistico nazionale.
Una delle proposte che sta svanendo è l’introduzione di nuove forme di pensionamento anticipato a 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Questa misura era stata proposta come soluzione per coloro che avevano iniziato a lavorare giovani e avevano accumulato un lungo percorso contributivo entro i 60 anni. Tuttavia le limitazioni finanziarie hanno messo freno a questa possibilità, nonostante fosse un punto centrale del programma politico di alcuni partiti, come la Lega.
L’inflazione rappresenta un ulteriore ostacolo, con la Banca Centrale Europea costretta ad alzare i tassi di interesse per contrastarla. Un altro intervento significativo è stato Quota 100, introdotta durante il governo Conte I come risposta alla flessibilità pensionistica. Questa misura ha permesso ai lavoratori di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, superando l’uscita prevista a 67 anni dalla legge Fornero. Nonostante alcune limitazioni imposte, la spesa pensionistica è rimasta elevata.
Il governo attuale ha già adottato misure restrittive, come l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita e tagli alle rivalutazioni per le pensioni più elevate. Tuttavia potrebbero essere necessarie ulteriori azioni per garantire la sostenibilità futura del sistema pensionistico italiano, considerando le pressioni demografiche e economiche in atto.