Spaccio di droga a Piedimonte Matese e Alife, l’alto casertano invaso dalla droga di ogni genere. Crack, cocaina e hashish gli acquirenti potevano comprare di tutto, grazie alle due piazze di spaccio organizzate nei due comuni. Il sistema era organizzato in due palazzine distinte, con telefono ‘aziendale’ per prenotare la sostanza stupefacente ed una scala gerarchica.
Spaccio di stupefacenti, trasporto e cessione di droga con l’aggravante di aver impiegato nell’attività illecita un minorenne. Per questo sono finiti in manette 11 persone, arrestate dai carabinieri della compagnia di Capua e Piedimonte Matese che hanno eseguito una misura cautelare emessa dal Gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda di Napoli. Nello stesso contesto è stata eseguita anche un’ordinanza di collocamento in comunità, emessa dal Gip del tribunale per i minorenni.
Complessivamente sono stata disarticolate due piazze di spaccio, guidate da due diversi nuclei di indagati ma secondo le indagini tutti si approvvigionavano dalla stessa fonte ovvero da Raffaele Riccardo. Per organizzare il tutto erano stati creati anche dei tariffari precisi, in base al peso ed alla sostanza richiesta.
La piazza di spaccio di Alife era organizzata in una casa popolare occupata dalla famiglia Fargnoli. Secondo gli inquirenti in questa abitazione c’era un’attività interrotta di spaccio, sia in orario diurno che notturno. All’interno delle mura si poteva comprare di tutto: cocaina, crack e hashish ed i consumatori arrivavano sia dal beneventano che dal casertano. A gestire lo spaccio di droga ad Alife erano Robert Fragnoli e Maria Assunta Di Chello, che svolgevano l’attività illegale nonostante fossero agli arresti domiciliari sempre per reati legati allo spaccio di droga. La base logistica ricavata nella palazzina Iacp vedeva sempre la presenza di uno dei due componenti della famiglia, ma fungeva anche da laboratorio’ in cui veniva effettuata la preparazione di crack mediante un processo di lavorazione della cocaina. Inoltre il gruppo criminale era dotato anche di un ‘telefono aziendale’, dove ricevevano gli ordinativi della sostanza stupefacente desiderata, concordandone la cessione.
La piazza di spaccio di Piedimonte Matese veniva retta da Toni Porreca e Luigi Verolla. I componenti del gruppo riuscivano a rifornire i giovani acquirenti con ogni tipo di droga. A comprarla erano giovani locali, ma anche studenti ed operai. Anche questo gruppo faceva però rifornimento da Raffaele Riccardo.
Durante le indagini è stato possibile delineare anche i ruoli, principalmente coloro che erano ai vertici delle attività illegali. Secondo gli inquirenti Robert Fragnoli era l’unico che poteva decidere i prezzi degli stupefacenti, dilazionare i pagamenti e avanzare richieste sugli approvvigionamenti. Maria Assunta Di Chello si occupava invece della contabilità, mentre Raffaele Riccardo era il referente unico per le forniture di stupefacenti, utilizzate poi nello spaccio di droga nelle piazze di Alife e Piedimonte Matese.
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