Sindaco arrestato, il salto politico dai 5 Stelle a Zannini

Il sindaco arrestato oggi ricopre la carica di consigliere provinciale ed il suo riferimento politico sul territorio è il consigliere regionale di Mondragone Giovanni Zannini. Fu eletto sindaco con “Sparanise in movimento” e il sostegno dei grillini.

Salvatore Martiello, il sindaco di Sparanise arrestato oggi con l’accusa di tentativo di induzione alla corruzione, è stato eletto nel 2016 ed è attualmente consigliere provinciale. E’ riferimento di punta per il consigliere regionale di Mondragone, Giovanni Zannini. La lista dei Moderati, nella quale era stato eletto, « conta oggi circa 100 amministratori in Provincia di Caserta – scriveva lo scorso anno – che troveranno sempre in me (sul piano provinciale) e in Zannini sul livello regionale) solidi punti di riferimenti”. Il sindaco è stato eletto alla guida del Comune, con il gruppo “Sparanise in movimento”, appoggiato dai pentastellati del posto, che male hanno digerito la successiva adesione di Martiello al progetto politico di Zannini. L’inchiesta giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è scaturita dalla denuncia di un consigliere comunale d’opposizione. Lo scontro con la minoranza, rappresentata dalla vecchia gestione amministrativa, è stato molto acceso fin dall’insediamento del consiglio comunale.

Il blitz dal notaio

Qualche problema però Mattiello lo ha avuto anche con la maggioranza, visto che lo scorso mese di settembre, l’opposizione aveva cercato di cavalcare la crisi nata dopo la decisione di dare un nuovo assetto alla giunta, organizzando un blitz dal notaio per mandare a casa il sindaco. Ne seguì una dura presa di posizione del primo cittadino che non ha perso l’occasione per attaccare in modo duro gli avversari, anche quando il nome di Sparanise ha cominciato a salire alla ribalta della cronaca per l’affaire della centrale termoelettrica, sulla quale si sarebbero consumati gli intrecci fra politica e camorra. La maggioranza lo scorso mese di dicembre ha portato in consiglio comunale una mozione per chiedere una presa di distanza da parte dei consiglieri comunali, anche in virtù della loro presenza alla guida amministrativa dell’ente al tempo cui fanno riferimento le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

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