di Tina Cioffo e Alessandra Tommasino
A Palermo ma anche a Casal di Principe, a Santa Maria La Fossa e Casaluce nel Casertano, il decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini non è gradito. Le critiche mosse dal sindaco Leoluca Orlando che ha chiesto al capo area dell’ufficio anagrafe di non applicare il decreto per quanto riguarda le norme che negano la possibilità di concedere la residenza a chi ha un permesso di soggiorno hanno fatto eco. Nel Casalese, la posizione del primo cittadino Renato Natale, sebbene sia improntata sulla cautela non lascia dubbi alle perplessità. “Al di là di una indiscutibile condanna della norma statale, bisogna capire se un sindaco ha il potere di disporre in modo diverso”, dice Natale, aggiungendo: “pur sentendo la necessità di studiare tutto in maniera adeguata, credo che non dare la residenza significa non consentire ai Comuni di avere sotto controllo gli immigrati che nei fatti resterebbero fantasmi, mentre non avere iscrizione al servizio sanitario mette in discussione un diritto costituzionale che è la salute.” L’articolo 13 della legge 132 stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi avere la residenza. In sostanza i comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi, come l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (quindi l’Asl) o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio. “Sul tema della sicurezza -spiega il sindaco di Casal di Principe- il provvedimento va in senso contrario a quanto dichiarato, perché obbligando a non rilasciare la residenza, la carta di identità ed il codice fiscale l’immigrato diventa nei fatti un clandestino anche se ha un permesso di soggiorno”. Una contraddizione in termini che non risolve ma aggrava.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco di Santa Maria La Fossa, Antonio Papa. “Diciamo che il decreto sicurezza è da cancellare e che si sta valutando di far studiare la questione a legali specializzati per superare la questione dell’iscrizione anagrafica.
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La pensa allo stesso modo anche Nazzaro Pagano, sindaco di Casaluce, che ritiene del tutto sbagliata la norma, perché “ non farà altro che produrre altra insicurezza, visto che avremo persone senza diritti e senza connotati”. Per Pagano, “questa è la cosa più sbagliata che si potesse fare, visto che avremo soltanto altre persone non censite e diritti negati che potrebbero favorire integrazione vera”. E mentre su twitter il ministro Salvini, ha già replicato al sindaco di Palermo, scrivendo: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare “disobbedienza” sugli immigrati…”, a schierarsi a favore del decreto è stato il sindaco di un altro Comune del Casertano.
Per Gabriele Piatto, primo cittadino di Frignano, militante della Lega, “la norma è da condividere nel merito”. “Di certo l’applicherò – ha annunciato Piatto – visto che è una legge in vigore e i sindaci hanno il dovere di rispettare le leggi”
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