Elezioni Casal di Principe, troppo silenzio per la formazione delle liste elettorali

di Tina Cioffo- Cosa succede nell’agone politico- elettorale del comune di Casal di Principe? Che fine ha fatto l’accordo che era stato prospettato, tra alcuni candidati a sindaco? Come mai c’è tutto questo silenzio per la formazione delle liste elettorali?

Manca poco e poi la campagna elettorale di Casal di Principe entrerà nel vivo della competizione. Sul piatto restano le ipotesi di cinque candidati a sindaco. Da una parte Renato Natale, sindaco uscente e ricandidato a capo di due o forse tre liste elettorali per tenere dentro vecchie e nuove adesioni politiche e dall’altra parte, invece, Luigi Petrillo che assicura “abbiamo già chiuso due liste e siamo sereni, certi di aver fatto la scelta giusta”. Poi ci sono Mario Natale, l’avvocato casalese con interessi imprenditoriali in diversi settori, dalle automobili al tabacco, ma negli anni ’90 anche nel mondo del calcio con la squadra dell’Albanova. E’ stato investito dal figlio Enricomaria Natale ma senza abbandonare l’intento di stringere accordi politici con uno o più candidati. Poi c’è, Carlo Corvino il radiologo del San Giovanni Bosco di Napoli che ha deciso di capeggiare una lista leghista per volere di Rino Panaro, Gennaro Coronella e Salvatore Mastroianni coordinatore provinciale della Lega di Matteo Salvini. E ancora, Enrico Corvino sostenuto da Vincenzo Simeone e da Michelangelo Madonna, ex berlusconiano ed ex amministratore casalese che per questa tornata ha deciso di passare il testimone al figlio. La questione della candidatura di Enrico Corvino, medico in pensione, ha già fatto lungamente discutere dopo l’applauso social che gli è stato riservato dalla cognata di Francesco Schiavone alias “sandokan”. Ida Diana, possibile sesta aspirante sindaco di Casal di Principe aspetta ancora l’autorizzazione da parte del Movimento 5Stelle. “Ci hanno detto che hanno bisogno ancora di qualche giorno per esaminare i curricula”, spiega Diana che aggiunge: “d’altronde stessa situazione si sta vivendo anche a Castel Volturno e ad Aversa”.

Consiglio comunale, la maledizione è stata spezzata

Il mandato amministrativo che volge alla conclusione è per il momento l’unico ad avere il primato della continuità. I casalesi dalla fine degli anni ’80 non hanno avuto un consiglio comunale che è durato per tutti i cinque anni. Ad interrompere le esperienze di assessori e consiglieri è sempre arrivata o la sfiducia politica o lo scioglimento per infiltrazione camorristica e dunque il successivo insediamento dei commissari. Nessuna amministrazione ha retto più di 24 mesi, il primo scioglimento per camorra fu nel ’91. L’ultima volta è accaduto nel 2012, quando per richiesta del Ministero dell’Interno e per decreto del Presidente della Repubblica, il consiglio comunale di Casal di Principe venne sciolto all’esito di approfonditi accertamenti che avevano fatto emergere collegamenti diretti ed indiretti tra componenti del consesso ed il clan dei Casalesi.

Rischio infiltrazione in diverse liste elettorali

La relazione a sostegno del provvedimento che arrivò poco prima della tornata elettorale quando già erano state presentate le liste per le amministrative, prendeva in considerazione l’amministrazione comunale del 2010 con l’allora sindaco Pasquale Martinelli ma anche quella del 2007 che aveva visto sulla poltrona di primo cittadino Cipriano Cristiano. Elementi di continuità tra le due amministrazioni e la concreta capacità di penetrazione della malavita all’interno dell’ente, secondo quella relazione erano indubbi. Venne scritto nero su bianco, ancora una volta, che la camorra era entrata in consiglio comunale e che ne comandava le scelte compromettendo completamente l’integrità dell’ente. Affermazioni che avrebbero dovuto, in teoria, far piazza pulita ma la teoria non sempre va di pari passo con la pratica. E bisogna fare molto attenzione proprio in questa fase. E’ la composizione delle liste elettorali che deve essere passato al vaglio, visto che il clan dei Casalesi ha sempre usato la conosciutissima tecnica dell’infiltrazione. Candidare cioè elementi apparentemente puliti in liste anche avversarie, per assicurarsi il posto in consiglio comunale e richiamarli poi eventualmente all’ordine.

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