E’ scattato in mattinata il sequestro dell’ampliamento della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Secondo quanto emerso dalle indagini portate avanti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, i dirigenti della clinica avrebbero violato la normativa riguardante la realizzazione o ampliamento di strutture sanitarie e la regolamentazione regionale della normativa edilizia-urbanistica. Il sequestro riguarda solo l’ampliamento, mentre la struttura sanitaria esistente è regolarmente in funzione.
Sequestro Clinica Pineta Grande Castel Volturno
Il sequestro della clinica Pineta Grande di Castel Volturno è stato eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, unitamente all’ausilio del reparto territoriale di Mondragone, su decreto preventivo emesso dal gip del tribunale di Santa Maruia Capua Vetere. Le indagini sono state avviate nel febbraio/marzo del 2018 a seguito della richiesta di accesso da parte di un’altra struttura sanitaria operante in Provincia di Caserta, agli atti del procedimento amministrativo conclusosi con il rilascio da parte dell’ufficio tecnico di Castel Volturno, in cui si ponevano in evidenza alcune irregolarità in relazione al rilascio dell’autorizzazione edilizia urbanistica. Le indagini hanno preso in considerazione documenti acquisiti presso la struttura, intercettazioni ambientali e telefoniche, l’audizione di persone informate sui fatti, l’interrogatorio di coindagati.
Violata la normativa per l’ampliamento
Secondo quanto raccolto gli inquirenti i dirigente della clinica Pineta Grande di Castel Volturno avrebbero violato la normativa in tema di realizzazione e ampliamento, inteso anche come aumento di posti letto per la degenza o di funzioni e servizi sanitari e di struttura sanitaria e socio sanitaria. Le delibere di ampliamento del 2014 e 2015 adottate dal consiglio comunale si “pongono in contrasto con la normativa di edilizia ed urbanistica e con le disposizioni regionali Campania, norme che vietano nei comuni privi di strumentazione urbanistica, nel perimetro urbano, nuove costruzioni o ampliamenti di costruzione già esistenti.
Secondo quanto emerso dalle indagini per superare questa problematica i vari attori della vicenda hanno fatto ricorso “in sede di conferenza di servizi alla legge sulla espropriazione per pubblica utilità e alla normativa sulle opere pubbliche, sebbene non avessero esigenza di imporre il vincolo preordinato all’esproprio e di espropriare aree o terreni di proprietà di soggetti diversi da quello attuatore o realizzatore dell’intervento”. Questo manovra è servita per “poter superare illegittimamente i limiti di salvaguardia (per evitare la consumazione del territorio in assenza di pianificazione generale), che si applicano ai comuni sprovvisti di piano urbanistico.
Assunzioni Pineta Grande
In questa vicenda bisogna fare anche qualche passo indietro, ovvero all’accordo di programma del 2003 stipulato tra Regione campanai, Provincia di Caserta, Comune di castel Volturno, Villa Literno e del consorzio Rinascita e Fontana Blu. Questo accordo prevede la costruzione dell’Ospedale Domiziano, il tutto subordinato alla verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario a livello regionale alla preventiva sottoposizione alla Valutazione Ambientale Strategica. L’accordo di programma prevedeva la realizzazione della struttura in un’altra zona di Castel Volturno rispetto a dove sorge attualmente la clinica Pineta Grande, ovvero in un’area non soggetta a vincolo paesaggistico. Nonostante tutto le delibere consiliari hanno consentito ai dirigenti di Pineta Grande di realizzare l’ampliamento, con aumento dei polisti letto da 150 a 574, senza la verifica di compatibilità del fabbisogno sanitario. Secondo quanto verificato dai magistrati in questa fase sono emerse della macroscopiche illegittimità. Inoltre sono “emerse in epoca successiva all’adozione delle deliberazioni assunzioni presso la clinica Pineta Grande di parenti di consiglieri comunali e di funzionari comunali che sono intervenuti anche nelle vicende dell’ampliamento, in maniera diretta o indiretta. E’ emerso inoltre – fanno sapere i magistrati – che l’ex sindaco di Castel Volturno aveva contatti diretti con Pineta Grande, mettendosi a disposizione e arrivando a fornire anche in maniera indebiti e ‘clandestina’ atti che riguardavano le iniziative che intraprende un’altra casa di cura”. Lo stesso sindaco, che è anche presidente dell’Incofarma, per assicurarsi un futuro dopo la carriera da politico si sarebbe attivato per l’istituzione dell’ottava farmacia comunale, prelazionandola con l’intenzione di aprirla all’interno della struttura di Pineta Grande.