“Sarebbe da irresponsabili riaprire la scuola con questo scenario”. Lo scrivono in una lettera inviata al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, i 17 sindaci del comprensorio Agro-Aversano (Caserta).
Da mesi hanno attivato un tavolo coordinamento, che si riunisce costantemente, per far fronte all’emergenza Covid sia sotto il profilo sanitario che socio-economico. Il coordinamento ha come capofila la città di Aversa, e coinvolge 17 Comuni (Parete, Casal di Principe, San Marcellino, San Cipriano d’Aversa, Lusciano, Villa Di Briano, Casapesenna, Villa Literno, Sant’Arpino, Trentola Ducenta, Cesa, Casaluce, Carinaro, Teverola, Gricignano, Succivo) del suo hinterland, territorio della provincia di Caserta tradizionalmente molto complicato, che sta subendo duramente il colpo da questa pandemia. Alla notizia di una possibile riapertura della scuola, così come è scritto nell’ultima ordinanza regionale firmata dal governatore Vincenzo De Luca, i sindaci hanno preso carta e penna e hanno scritto il loro dissenso.
“E’ importante che i nostri ragazzi tornino in classe il prima possibile – scrivono i sindaci – sono evidenti i limiti della Dad soprattutto tra i più piccoli, ed essi si sommano ai disagi provocati dalle innegabili carenze tecnologiche ed infrastrutturali. Tuttavia, sono tante le criticità che al momento impediscono una serena ripresa delle attività didattiche in presenza. In primo luogo il crescente livello dei contagi anche tra i bambini della fascia di età 0-6 anni e in quella relativa al primo ciclo di istruzione, oltre che tra il personale della scuola, e tutto ciò sebbene il ritmo di crescita sia stato mitigato dalla scelta saggia di disporre in Campania per tutti gli ordini di scuola la didattica a distanza”.
Per i sindaci “C’è poi da considerare la completa inadeguatezza del sistema di medicina territoriale, che mostra di essere in palese affanno. Come già sottolineato nella nota del 12 novembre 2020, i team anticovid e gli USCA (unità speciali di continuità assistenziale), di fatto esistono solo sulla carta, per cui appare inverosimile che possano realizzare uno screening su tutti gli operatori della scuola, i bambini e le loro famiglie”.
“La somministrazione dei tamponi – proseguono gli amministratori locali – la loro lavorazione e la comunicazione degli esiti, sono oggettivamente assai rallentati con tutte le conseguenze che ne derivano. Il tracciamento dei contagi è ormai una chimera. Il servizio di pronto soccorso 118 sconta un sovraccarico di lavoro da cui derivano mancanza di tempestività negli interventi che spesso si rivelano fatali per i malati. Il ricovero poi dei pazienti più gravi è una vera e proprio odissea che diventa causa ulteriore di decessi di nostri conterranei. Per tutte queste ragioni esponiamo le nostre perplessità sul ritorno alla didattica in presenza a partire dal 24 novembre“