Schiave del rito Juju: così le ragazze vengono costrette a prostituirsi

Gli arresti scattati a Torino per il traffico della prostituzione, in cui è coinvolta anche una donna che viveva a Castel Volturno, riportano alla luce il dramma di chi è costretto a vendere il proprio corpo. Soggiogate fisicamente e psicologicamente anche attraverso riti voodoo e altre tipologie di credenze magiche come il rito Juju.

Cos’è il rito Juju

Il rito Juju non è un rito voodoo come svelato per la prima volta all’interno di un processo a Milano proprio sul traffico di essere umani costrette a prostituirsi. All’interno di questo processo c’erano alcune intercettazioni che riprendevano le parole di una maman accusata di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione che diceva a due ragazze: “Da qualsiasi parte che sei tu, non avrai la pace di mattino, pomeriggio e di notte. No, non t’ho regalato quei soldi che ho speso per portarti dalla Nigeria all’Italia. Tu avrai sempre il fuoco addosso, non avrai la pace per la tua vita”. Queste parole servono ad intimorire psicologicamente le ragazze sfruttate, così come avviene anche nell’area di Castel Volturno dove i riti magici e le pozioni magiche per abortire sono all’ordine del giorno. Il rito Juju celebrato in Nigeria prima della partenza per l’Italia, viene eseguito a base di sangue, capelli e zampe di pollo. Per chi vi crede è a tutti gli effetti ad una maledizione che ricade sulle ragazze e sulle loro famiglie, qualora non dovessero ripagare il debito contratto al momento dell’avvio del viaggio.

La maledizione Juju

In questo rito, secondo alcuni racconti di altre inchieste giudiziarie, si tirano in ballo anche spiriti e fantasmi fino ad arrivare alla credenza che gli oggetti possano avere proprietà magiche. E’ una violenza psicologica a tutti gli effetti, poiché fanno credere alle ragazze ed ai loro familiari, che se non ripagheranno il debito attraverso la prostituzione la loro anima resterà dannata per sempre. Un fattore che crea un assoluto terrore per chi vi crede. Per questo motivo molte famiglie spingono le figlie a rispettare il patto del rito Juju nonostante vengano a conoscenza, o ne siano già prima della partenza, delle condizioni in cui vive la ragazza sfruttata.

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