Negli ultimi dieci anni, i bambini poveri sono triplicati: passando dal 3,7% del 2008, pari a 375 mila, al 12,5% del 2018. In Italia sono oltre un milione e 260 mila i bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta.
L’indice di povertà più alto è nel sud (563 mila), poi il nord (508 mila) ed infine il centro (192 mila). Un dato che nasconde forti diseguaglianze, con regioni che hanno già centrato l’obiettivo europeo (Trento, Umbria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia) e regioni dove il tasso di dispersione supera il tetto del 20% (Calabria, Sicilia e Sardegna). E tutto questo mentre si riducono gli investimenti nella spesa sociale per l’infanzia e per l’istruzione visto scuole non sicure. A denunciare la condizione dei minori in Italia è Save the Children nell’Atlante dell’Infanzia a rischio, diffuso oggi in occasione del lancio della campagna ‘Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa. Si tratta – viene spiegato nella pubblicazione curata da Giulio Cederna e dal titolo ‘Il tempo dei bambini’ – di un record negativo tra i Paesi europei che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014, quando il tasso dei bambini in povertà assoluta passò dal 5% al 10%. Stesso trend anche per quei bambini e adolescenti che fanno parte della cosiddetta “povertà relativa”: nel 2008 erano 1.268.000 e a 10 anni di distanza sono aumentati a 2.192.000.
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