La questione della partecipazione del Comune di Santa Maria La Fossa in Agrorinasce che da società consortile intende trasformarsi in Consorzio, è ancora aperta ed è su un tavolo della Regione Campania. Intanto, le problematiche attorno alla gestione dei beni confiscati prosegue.
di Tina Cioffo
La partecipazione del Comune di Santa Maria La Fossa in Agrorinasce è ancora aperta e con essa, lo sono anche le problematiche attorno alla gestione dei beni confiscati. In attesa di risposta c’è per esempio la richiesta di una proroga per la concessione dei terreni sui quali sorge l’impianto di biogas. “La concessione è già decennale ma Giovanni Allucci (amministratore delegato di Agrorinasce) qualche mese fa, ci ha detto– spiega il sindaco di Santa Maria La Fossa, Federico Nicolino– che la Power rinasce, società privata che gestisce l’impianto di Biogas a Santa Maria La Fossa, sul bene confiscato a Francesco Schiavone, ha in programma la costruzione di un impianto di biometano e dunque è immaginabile che è necessario blindare l’investimento”. “Di parte nostra, non siamo contrari al biometano né alla Power rinasce, ma è chiaro che prima di fornire una risposta dobbiamo esaminare quanto si ricava dal bene confiscato e soprattutto come vengono reimpiegati quei fondi, atteso che la normativa ne comanda il riutilizzo per fini sociali”, dice il sindaco che non avrebbe ricevuto rassicurazioni in merito. Dal bilancio sociale, recentemente dettagliato e pubblicato da Agrorinasce, però si legge che “gran parte degli incassi provengono dalla concessione dell’impianto di biogas per il trattamento dei reflui zootecnici con abbattimento dei nitrati, per un totale annuo di 27.500 euro. Tali introiti annualmente vengono destinati alle attività derivanti dal Centro di educazione e documentazione ambientale sui temi della legalità, dell’ambiente e dell’agricoltura”. I lavori di realizzazione e di efficientamento del Centro, risultano comunque essere stati finanziati anche con altri e cospicui fondi. L’impianto di biogas per il trattamento dei reflui zootecnici è stato realizzato in tre anni con un investimento pubblico privato di circa 10 milioni di euro. Il bando di project financing fu indetto da Agrorinasce ed aggiudicato alla Intercantieri Vittadello SpA con una sede in Veneto, a Limena in provincia di Padova ed una in Romania.
La discussione della partecipazione del Comune al Consorzio Agrorinasce, è intanto ancora aperta. “Nei prossimi giorni – annuncia il sindaco Nicolino- avremo un nuovo incontro con l’assessore regionale Mario Morcone perché ci sono da definire ulteriori aspetti della partecipazione o meno, di Santa Maria La Fossa in Agrorinasce”. “E’ chiaro – specifica, il primo cittadino- che non torniamo sui nostri passi e che non abbiamo intenzione di aderire al nascente consorzio Agrorinasce così come è ora definito, perché pensiamo che Agrorinasce non può fare tutto, non può essere stazione appaltante, fare progetti, gestendo fondi di migliaia di euro, affidare beni e trasformare così interamente la ragione della sua esistenza. Ne abbiamo già parlato con l’assessore Morcone che ha compreso le nostre perplessità e annunciato la possibilità di un nuovo soggetto giuridico, certamente diverso”.
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