San Cipriano d’Aversa, sindaco Caterino: “Housing sociale per le case da abbattere”

Profili di emergenza abitativa e sanitaria attorno alla questione dell’abusivismo edilizio che vede sul tavolo l’esecutività degli abbattimenti per 3300 abitazioni tra Casal di Principe, San Cipriano D’Aversa e Casapesenna, costruite in assenza di piani urbanistici. La discussione si sposta sui tavoli del Governo centrale.

di Tina Cioffo

Per fronteggiare l’emergenza degli abbattimenti e risanare gli abusi edilizi, si attendono risposte dal tavolo interministeriale promosso dal ministro per il Sud Mara Carfagna, già lo scorso 2 settembre, in risposta alla richiesta del sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. Soluzioni concrete dovrebbero arrivare, secondo alcune indiscrezioni già nelle prossime ore, intanto però il sindaco di San Cipriano D’Aversa, Vincenzo Caterino, ha deciso di indirizzare una missiva ai rappresentanti del Governo centrale. Fra questi oltre alla Carfagna anche ai ministri dell’Interno Luciana Lamorgese, del Lavoro Andrea Orlando, della Giustizia Marta Cartabia e delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Missive inviate nei mesi scorsi anche dal sindaco Natale che il 1 settembre come atto provocatorio ha rassegnato le sue dimissioni. Per ritirarle ha altri 10 giorni.

Nella lettera del sindaco di San Cipriano, l’obiettivo è chiaro: si chiede che all’abbattimento si preferisca un provvedimento di housing sociale. L’abusivismo non riguarda solo Casal di Principe ma anche le confinanti San Cipriano d’Aversa e Casapesenna, questo vuol dire un’unica fascia territoriale senza discontinuità di circa 45mila abitanti. Il tessuto edilizio oltre ai centri storici è costituito quasi esclusivamente da case uni o bifamiliari su piccoli lotti di terra. “Si contano – scrive Caterino- 3.300 case abusive, costruite in assenza di piani urbanistici, quindi in condizioni in cui i cittadini non hanno colpa, localizzate in modo diffuso e discontinuo nel consolidato. Assenti sia vincoli archeologici che paesaggistici, idraulici e sismici”. E allora la proposta è acquisirle al patrimonio comunale e darle in fitto a chi li abita. Una proposta che vedrebbe i residenti responsabili degli abusi perdere la proprietà e pagare un fitto chiaramente calmierato (anche di 1000 euro all’anno) ai Comuni. Secondo le stime fatte da Caterino, per le casse comunali ci sarebbe un introito complessivo che va dai 3 ai 4 milioni all’anno. “Cifre che – spiega il sindaco sanciprianese- risanerebbero i bilanci comunali permettendo la realizzazione di servizi e infrastrutture, di contribuire al recupero dei centri storici, di promuovere nuove iniziative imprenditoriali, case di edilizia convenzionata, e altro. L’utilizzo dei fondi, potrebbero essere vincolati per un generale miglioramento qualitativo delle condizioni della vita”.

 

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