San Cipriano D’Aversa, fondi comunali per Caffè letterario nel bene confiscato

Trentamila euro saranno presi dalle casse comunali e oltre 100mila euro li finanzierà la Regione. Il totale dovrebbe bastare a far partire il riutilizzo sociale della villa confiscata a Stefano Reccia, in via Luigi Caterino a San Cipriano D’Aversa.

Doveva essere una ludoteca ma diventerà un Caffè letterario

Nell’ex proprietà della camorra che ospitò l’iniziativa nazionale 3xgioco, nell’ambito della quale venne premiato un progetto della cooperativa sociale Solesud onlus che insieme ai bambini del paese avrebbero voluto un luogo dove giocare, prenderà posto una mediateca ed un Caffè letterario. L’originario progetto della ludoteca è stato messo da parte senza troppi sacrifici. I lavori di ristrutturazione ed adeguamento del bene confiscato dovrebbero essere terminati già da tempo ma l’ultimo capitolo deve ancora essere scritto. “Ci sono stati troppi pit stop e mai un vero avvio, è per questo motivo che abbiamo voluto intervenire direttamente come amministrazione comunale, chiedendo un finanziamento ed investendo circa 30mila di fondi municipali. L’obiettivo è arrivare presto ad un riuso sistematico e non mi dispiacerebbe affatto se il caffè letterario fosse gestito poi, dall’associazione Work in progress che ha praticamente già in carico il bene organizzando ottime e lodevoli iniziative culturali e di aggregazione“, ha detto il sindaco Vincenzo Caterino. Per la gestione dei beni confiscati, San Cipriano d’Aversa si è sempre affidato ad Agrorinasce facendone parte fin dalla costituzione e scegliendo ancora di sedere nel consiglio di amministrazione anche dopo una parziale modifica dei soci, determinata dalla decisione del comune di Casal di Principe di non farne più parte.

La gestione del riutilizzo dell’ex villa Reccia, non ha avuto vita facile

Nel 2015, la Regione aveva inviato al Comune l’ultima tranche di 75 mila euro di finanziamento, i fondi erano però stati inviati per la ristrutturazione delle scuole e quindi di fatto inutilizzabili. Furono perciò rimandati indietro e cominciata una nuova procedura. Per anni lo stop dei lavori è stato malamente giustificato da uno scaricabarile tra ente locale ed uffici regionali. Il lungo carteggio tra i due soggetti che avrebbero dovuto concorrere con velocità ed efficienza risale al 2004. La prima idea di affidamento vedeva tra le prime affidatarie del bene confiscato l’azione cattolica sanciprianese della chiesa Santa Croce che si trova nelle immediate vicinanze. Attualmente i beni confiscati e riutilizzati a San Cipriano sono la web radio in via Ruffini ex proprietà di Vincenzo Spierto e due ex ville della camorra, utilizzate dagli uffici comunali. Resta l’attesa per l’ex villa della famiglia Bardellino che sarà trasformata in una Caserma dei carabinieri e l’ex palazzo di Cipriano D’Alessandro in via Madonna del Popolo. Tina Cioffo

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