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Salvini, l’uso dei social per gli immigrati. E le vittime di camorra?

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto sull’episodio dell’uomo senegalese, andato in escandescenza a San Cipriano d’Aversa. I familiari delle vittime innocenti di camorra attendono la stessa attenzione.

Immancabile come sempre, quando si tratta di puntare il dito contro “il negro” di turno, ecco che arriva il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Di poche ore prima, il suo commento contro il giovane Ramy, eroe del bus. Di lui, aveva detto: ” Se vuole lo ius soli, potrà sceglierlo quando sarà eletto parlamentare”.

“Roba da matti”

Questa volta, con tutto quello che succede nel nostro Paese, il “gravissimo” episodio di cronaca ritenuto degno di un suo intervento social è stato il momento pubblico in cui un senegalese è andato in escandescenza a San Cipriano d’Aversa. Non che il fatto non sia deprecabile, anzi la piena condanna di ogni forma di violenza e la tutela delle persone sono di certo i capisaldi di ogni civiltà che si rispetti, ma desta una certa perplessità che alla ribalta della cronaca vengano puntualmente portati solo gli atti criminali compiuti dagli stranieri.

“Roba da matti – ha scritto Salvini – un senegalese a San Cipriano d’Aversa , armato di mazza, ha seminato il panico tra i passanti urlando: “Vaffanculo Paese di merda, italiani di merda, vi ammazzo”. Dopodichè il ministro ha annunciato che farà di tutto “per farlo tornare da dov’è venuto”.

Silenzio per le vittime di camorra.E Fatty e Yaya?

Ma perché Salvini non è intervenuto anche quando un pirata della strada, pregiudicato, ha investito a Teverola Fatty e Yaya, i due giovani ragazzi del Senegal e della Nuova Guinea, lasciati a terra esanimi da un uomo bianco, di nazionalità italiana? Cosa sarebbe accaduto se fosse stato il contrario? Quanti post avrebbe scritto il ministro e non sarebbe forse arrivato di persona a portare la sua solidarietà?

In una terra, come l’agro aversano, per anni martoriata dalla camorra, che si è infiltrata nei settori strategici dell’economia, che ha inquinato l’ambiente e compromesso lo sviluppo di un territorio, è possibile poi che il ministro dell’Interno senta di intervenire solo se c’è il “negro”? Perché Rossana Pagano e Giovanna Pagliuca, familiari di vittime innocenti di camorra, per parlare con il ministro dell’ Interno hanno dovuto mettersi in ginocchio davanti alla cordata di carabinieri e polizia, affinchè potessero entrare in prefettura a Napoli dove Salvini era arrivato in visita? Perché queste donne, che insieme a tante altre decine di persone, aspettano di veder attuato il proprio diritto dopo il prezzo altissimo che già hanno pagato, devono essere abbandonate anche dallo Stato?

Arrivare alle attese e alle preghiere per consegnare un dossier sui casi di istanze di riconoscimento rigettate dal Ministero dell’Interno, è deprimente se si tiene conto che quello stesso dossier, era arrivato sulla scrivania di Salvini da mesi e se si considera che anche i suoi sottosegretari ne erano stati informati. “Ci dia ascolto”, gridano oggi fiduciosi i familiari delle vittime non riconosciute rivolgendosi al ministro, dal quale, invano, avevano cercato di esseri ascoltati durante un sit in all’esterno del Viminale. Ma vale o non vale “Prima gli italiani?”.

L’odio dilagante, ma la sicurezza?

C’è il popolo degli odiatori seriali del web che non vedevano l’ora di leggere l’ennesimo post sull’immigrato che non rispetta le regole in Italia e che si sentono “tranquilli” per questa sorta di vicinanza. Ma c’è anche chi vorrebbe che si intervenisse davvero sulla sicurezza dei cittadini. L’uomo senegalese cui fa riferimento il ministro Salvini, ha anche aggredito i poliziotti. Ma il vicepremier, a parte indossare la divisa di uomini che, per poche centinaia di euro, sono spesso chiamati a lavorare in contesti difficili in condizioni assurde, per loro nei fatti cosa fa?

Il caso Castel Volturno. I militari, ma i poliziotti?

Se si prende ad esempio un territorio come Castel Volturno, c’è da chiedersi: ” Ma il commissariato di polizia con le esigue risorse che ha, non è forse lasciato solo, visto che non riesce a far fronte ad una situazione dove si registrano numeri da record per quanto riguarda denunce, arresti ed altre misure detentive?”.

Come rileva la raccolta giuridica “Diritti e Giurisdizione”, a cura del pubblico ministero Marta Correggia, a Castel Volturno ci sono un sesto dei soggetti sottoposti a misura alternativa alla detenzione dell’intera provincia di Caserta, circa 400.

Eppure Salvini a Castel Volturno, prima che andasse a ricoprire un ruolo così importante per il Paese, ci era arrivato, mentre poi da ministro non ha dato seguito agli annunci. Ma questa discontinuità tanto decantata dove sta? Di certo l’invio dei militari, piuttosto che dei poliziotti, servirà solo a buttare fumo negli occhi, perchè non sarà certo così che si supereranno i disagi pratici per il controllo del territorio e Castel Volturno, evidentemente, resterà ancora per un po’ la scelta più trendy per la passerella mediatica del politico di turno.

Alessandra Tommasino

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