di Tina Cioffo
Il ministro contro il sacerdote pisano colpevole di aver allestito un presepe con un cassonetto dell’immondizia e aver richiamato i fedeli alla solidarietà
Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini lo ha accusato di voler fare politica ma don Armando Zappolini, sacerdote a Pisa, ha fatto e detto solo quello che ogni uomo di religione dovrebbe dire e fare. Il suo presepe nella sua parrocchia è stato fatto con un cassonetto dell’immondizia e con dei cartelli che ne hanno specificato il significato. Gesù è fra gli ultimi e fra gli ultimi tenti di portare sollievo alla sofferenza, ogni altra cosa non fa parte del sereno spirito della fede. “Penso che i cristiani bisogna richiamarli ai valori del Vangelo e a Gesù che viene ancora una volta calpestato e diventa scarto di una società che non ha più occhi per vedere. Dobbiamo avere il coraggio di fare il presepe dove Gesù ci aspetta. Fra quegli scarti dell’umanità che da duemila anni sono la sua gente”, ha commentato don Zappolini e parlando ancora ai fedeli e anche allo stesso ministro, ha scritto: “Parole e gesti di una cattiveria inaudita abbandonano per le strade poveri, bambini migranti e alimentano sentimenti di odio e razzismo che contaminano perfino chi frequenta la Chiesa. Salviamoci da questi pensieri o smettiamo di venire in chiesa, Forse siamo troppi!”.
Don Zappolini non si aspettava che Salvini si schierasse contro il suo presepe o probabilmente sia augurava, solo, che non lo facesse. Il presepe è stato allestito per richiamare i suoi parrocchiani alla solidarietà, alla comprensione dei giovani, degli anziani e all’accoglienza dei migranti. Niente di strano nel messaggio di un sacerdote che ha sempre vissuto e praticato la sua fede con prossimità, sporcandosi le mani così come diceva don Tonino Bello e ascoltando il richiamo di chi soffre senza mai censurare la parola di denuncia così come hanno detto fino alla fine don Pino Puglisi e don Giuseppe Diana. Eppure, quel cassonetto in chiesa e quei cartelli esplicativi hanno scatenato polemiche ed invettive che ieri nel giorno della Vigilia hanno trovato largo spazio sui social. Oggi può essere diverso. La speranza, è questa.