Rivolta in carcere: fragilità del sistema, danni per milioni di euro e rischio indulto per i detenuti. Il bilancio e l’allarme insieme alla richiesta delle dimissioni del ministro Alfonso Bonafede, viene dall’Uspp
Le rivolte nelle carceri di Frosinone, Modena e Napoli Poggioreale “testimoniano la fragilità del sistema sicurezza delle carceri derivante da anni di destrutturazione organizzativa e smantellamento della funzione di controllo della Polizia Penitenziaria”. Lo ha sottolineato il presidente del sindacato Uspp Giuseppe Moretti. “Una destrutturazione- spiega -frutto anche dell’ipergarantismo di matrice europeista che ha portato il carcere ad essere un luogo in cui la legalità fatica ad essere mantenuta e alla sicurezza è sostituito uno scellerato cambio nelle modalità custodiali contemporaneamente adottato all’apertura indiscriminata delle celle detentive per gran parte del giorno a cui si aggiunge non ultimo il depauperamento delle risorse umane falcidiato negli anni di 8000 unità”.
“In un momento come questo resta solo un modo per ridare dignità al sistema penitenziario e a quello della giustizia tenuto conto che sia il vertice amministrativo sia il vertice politico si stanno rilevando inadeguati a fronteggiare le criticità e le emergenze più volte segnalate dall’Unione sindacati della polizia penitenziaria (Uspp) anche unitariamente alla maggioranza delle altre sigle maggiormente rappresentative della categoria, ovvero chiedere al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di avvicendare sia il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sia il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini“. E’ quanto chiede, in una nota, Giuseppe Moretti, presidente dell’USPP, che interviene sulle rivolte scoppiate tra ieri e l’altro ieri in diverse carceri d’Italia. Per il rappresentante dell’Uspp, “solo con un cambio immediato del vertice politico e amministrativo si potrà sperare di avviare un virtuoso percorso di stabilizzazione del sistema penitenziario, affinché sia pronto ad affrontare sfide come quella che vede tutti impegnati nel superamento della attuale emergenza coronavirus, solo l’ultima delle enormi criticità che ogni giorno la Polizia Penitenziaria affronta con mezzi e uomini ridotti all’osso”.
“Ringraziamo il Ministro Bonafede per le parole di elogio nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria che hanno gestito le proteste – aggiunge – che sembrano rientrate anche se ad un costo enorme per la comunità, visti gli ingenti danni causati dai facinorosi, che in più occasioni hanno messo a repentaglio la vita degli agenti, ma la situazione resta ancora difficile nell’istituto di Modena dove si conterebbero anche feriti e, come riferito dalle agenzie, anche morti con la situazione che permane in stallo, mentre altri focolai di protesta aleggiano in molte altre sedi penitenziarie tra cui Bari, Foggia, Pavia, Regina Coeli e ancora Firenze, Genova Marassi ed altre che via via si aggiungono in questi minuti”.“Il motivo della protesta – prosegue Moretti – che riguarderebbe il problema della sospensione dei colloqui adottato per contenere il rischio di contagio dal COVID 19, una misura giusta che tuttavia avrebbe dovuto svolgersi con carattere di gradualità e accompagnata da una preventiva e opportuna informazione alla popolazione detenuta per il tramite dei vertici delle strutture penitenziarie, si sta rivelando invece un pretesto per richiedere un’amnistia e un indulto che sarebbe un’altra sconfitta per la giustizia e i familiari delle vittime dei reati”.
Quattro reparti distrutti e danni per milioni di euro nel carcere di Poggioreale dove ieri circa un migliaio di detenuti ha dato vita a una rivolta innescata dalla sospensione dei colloqui imposta dal Dpcm per contrastare l’epidemia da coronavirus. Lo riferisce il sindacato Osapp spiegando che sono stati numerosi i tentativi di mediazione falliti. “I detenuti dell’ala destra del carcere, completamente devastata – spiega il segretario regionale Luigi Castaldo – hanno usato la violenza e l’inciviltà per tentare di sopraffare lo Stato. Per fortuna i ristretti dell’ala sinistra hanno invece mostrato pacificamente il loro dissenso nei confronti della sospensione dei colloqui”. Accorsi per sedare la rivolta anche agenti che erano fuori servizio e quelli che erano in servizio si sono trattenuti oltre l’orario.
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