A settembre si torna a scuola ma dove? E’ questa la domanda che impegna amministratori comunali e dirigenti scolastici nel tentativo di trovare soluzioni accessibili. A Casal di Principe, parte degli alunni saranno costretti ai doppi turni e alcuni faranno lezione in beni confiscati alla camorra.
Non sarà facile tornare in classe a settembre. Il rispetto delle disposizioni anticovid sta mettendo in crisi tutto il sistema della Scuola. La questione non riguarda solo la penuria di docenti e personale Ata, mancano le aule e manca il denaro per realizzarne di nuove. Il corto circuito, in assenza di fondi per quei vecchi istituti scolastici con spazi più ristretti è alle porte. A Casal di Principe, nel Casertano, si stanno però facendo le prove generali: da una parte le planimetrie e dall’altra il decreto ministeriale del ministro Lucia Azzolina che prevede un numero definito di alunni. “Non si tratta di avere classi pollaio, così come pure ci hanno accusato- spiega Marisa Diana, assessore comunale alla pubblica istruzione- ma di scontare anni di mancati investimenti per la Scuola e doverci ritrovare ora a fare salti mortali per assicurare il ritorno dei nostri studenti in classe, in totale sicurezza”.
Tutto si sposta sui numeri. Se in un’aula di 35metri quadrati sono ammessi, stando ai nuovi parametri, solo 14 alunni è chiaro che gli alunni delle due scuole medie di Casal di Principe, la Benedetto Croce e la Dante Alighieri con una popolazione studentesca di 850 persone, saranno costretti ai doppi turni. “E’ dal 15 giugno che stiamo ponderando ogni soluzione anche quella di utilizzare beni confiscati alla camorra ma non si tratta di un rimedio immediato, visto che- afferma il sindaco, Renato Natale– la maggior parte di quelli ancora non utilizzati andrebbero adeguati con lavori strutturali importanti”. Opere di recupero sono necessarie anche all’Università per la legalità, sede per anni del consorzio Agrorinasce di cui Casal di Principe non fa più parte anche se la struttura non è stata ancora liberata, da quasi un anno.
L’unica ex villa della camorra del clan dei Casalesi che potrebbe immediatamente prestarsi al nuovo utilizzo, è quella confiscata a Giovanni Lubello ex marito di Katia Bidognetti figlia del capo clan Francesco Bidognetti alias Cicciotto e mezzanotte. “Avevamo chiesto al governatore De Luca di aiutarci a recuperare la struttura molto tempo prima della pandemia Covid ma nonostante i continui tentativi non abbiamo mai ottenuto risposta ed ora per poter costruire tre nuove aule da mettere a disposizione degli studenti, utilizzeremo i fondi concessi dal Governo centrale per fronteggiare il dopo Covid. Per adeguare le nostre scuole insieme ai fondi Miur impiegheremo anche risorse del bilancio comunali. Non sarà facile ma ce la stiamo mettendo tutta”, insiste Diana. Del recupero dell’ex villa Lubello si era interessato anche l’allora assessore regionale Franco Roberti, ora europarlamentare. Le scelte sono obbligate, così come abbattere delle pareti per realizzare aule più grandi ed in grado di ospitare tutta la classe senza doverla dividere. Le aule dovranno essere almeno di 50 metri quadrati ed è impensabile pure, poter adattare le palestre. Tina Cioffo
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