Rai, perché la giornalista Serena Bortone è stata sospesa?

La Rai ha sospeso per sei giorni la giornalista Serena Bortone, conduttrice del programma Chesarà… su Rai 3. Scopriamo di più sull’accaduto

Dopo la decisione della Rai, svelata dal quotidiano La Stampa, di sospendere per sei giorni Serena Bortone per il caso del monologo censurato di Antonio Scurati, interviene il sindacato Usigrai per protestare contro la scelta di punire la conduttrice.

Il caso Bortone continua a tenere banco. Dopo le indiscrezioni legate a un possibile dimezzamento della conduttrice nella prossima stagione, con una riduzione alla sola serata del sabato del suo programma “Che sarà”, sono arrivate, durissime, le parole dell’amministratore delegato Rai Roberto Sergio che, in occasione di un incontro dello scorso sabato, ha detto chiaramente che stando al regolamento Rai la conduttrice avrebbe dovuto essere licenziata. 

“Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto e invece non è stata punita”, ha detto Sergio rivendicando una sostanziale clemenza da parte dell’attuale gestione Rai sul caso Scurati. Ha quindi aggiunto Sergio: “In nessuna azienda sarebbe consentito fare un post contro l’azienda per cui lavora. Adesso l’11 giugno avrà modo di chiarire e prenderemo una decisione”.

Perché la giornalista Serena Bortone è stata sospesa dalla Rai?

Come detto precedentemente, nelle scorse settimane l’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, aveva dichiarato che la giornalista “doveva essere licenziata” in ottemperanza del regolamento aziendale. Secondo il sindacato dei giornalisti, la sanzione disciplinare “è una ritorsione di chi è più preoccupato di fargliela pagare che di capire cosa è veramente successo”.

Rai, perché la giornalista Serena Bortone è stata sospesa?
Rai, perché la giornalista Serena Bortone è stata sospesa? – ANSA – Ireporters.it

 

“Sei giorni di sospensione a Serena Bortone sono una ritorsione”. Così comincia lo sfogo dell’Usigrai che in una nota condanna la decisione della Rai di sospendere la conduttrice di Che sarà per il caso Scurati.

La nota continua così: “La Rai ha chiuso il procedimento disciplinare sulla conduttrice di Chesarà. con una sanzione inaccettabile: su Serena Bortone si sta consumando la ritorsione di chi è più preoccupato di fargliela pagare che di capire cosa è veramente successo nella vicenda del contratto negato per il monologo in tv di Antonio Scurati”.

Secondo il sindacato, “Si scarica su una collega competente ed equilibrata, interna Rai, il malfunzionamento e l’assenza di una catena di comando aziendale che non viene toccata da una vicenda che matura proprio in quegli uffici, tanto da uscire nei giorni seguenti con diverse versioni. Il repentino cambiamento delle dichiarazioni della Presidente Soldi e l’Ad Sergio che evoca pubblicamente il licenziamento di Serena Bortone, sono il sintomo più chiaro di quale clima si respiri oggi in Rai”.

L’Usigrai conclude dichiarando che “difenderà in ogni sede la legittimità etica e professionale dell’operato di Serena Bortone e di tutte le dipendenti e i dipendenti messi nel mirino di questi vertici che, anche a fine mandato, dovrebbero invece fornire spiegazioni sul loro operato e su quello delle strutture di cui hanno la responsabilità”.

Riguardo alla possibilità di essere licenziata, a detta di Sergio, quest’ultimo allude a un paragrafo del Codice Etico della Rai, che introduce la nuova policy sui social in cui si legge: “Premesso che si è liberi di rendere noto sui profili privati il ruolo ricoperto all’interno dell’azienda alla luce delle suddette considerazioni, fermo il rispetto della libera manifestazione del pensiero, nell’utilizzo dei profili privati si è tenuti a non compiere azioni (quali ad esempio a titolo esemplificativo e non esaustivo pubblicare, condividere, ecc..) che possano ledere la reputazione e i diritti Rai. È necessario specificare di esprimersi a titolo personale evitando qualunque “azione” sui presidi digitali privati che possa essere attribuita a Rai. Si invita inoltre al rispetto della correttezza espressiva e a non diffondere fake news”.

Toccherà capire se quelle di Bortone siano parole che possono essere inscritte in questo specifico scenario. Proprio in queste ore, tuttavia, un caso dei mesi scorsi si ritorce contro lo stesso amministratore delegato Sergio, il quale ha sempre fatto un utilizzo molto personale dei social network, indipendentemente dalla carica ricoperta.

Quando era direttore di RadioRai aveva attaccato chiaramente l’allora direttore di Radio Rai1 Andrea Vianello dopo la pubblicazione sulle pagine social dell’emittente della foto dei manifesti affissi a Napoli con l’immagine a testa in giù della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

“Amplifica la violenza”, aveva scritto Sergio, con qualcuno che in queste ore si chiede se quella condotta di Sergio non fosse in qualche modo comparabile a quella di Bortone.