di Tina Cioffo- Raffaele Cutolo, il capo della Nuova Camorra Organizzata, in carcere con un ‘fine pena mai’, osannato sui social dopo la pubblicazione del suo libro di poesie.
Da capo della camorra napoletana a poeta. Da temuto ad osannato in privato ed in pubblico, anche sui social. E’ quello che accade attorno a Raffaele Cutolo, fondatore e capo della Nuova camorra organizzata con un ‘fine pena mai’. Dopo la pubblicazione del libro di poesie che la moglie Immacolata Iacone, ha detto essere destinato alla figlia di 11 anni, alcuni fan di Cutolo hanno deciso di mostrarsi.
Il post della vergogna che può far danni
“Grande onore a te maestro, sei e sarai il più grande, nessuno mai prenderà il tuo posto sei stato l’uomo più fedele della vita che hai fatto, oggi tutti i pentiti sono. Tu hai sbagliato e stai pagando per quello che hai fatto senza dire una parola grande professore e vesuviano”, ha scritto un sostenitore cutoliano sui social inneggiando il camorrista che non ha mai scelto la via della collaborazione con la giustizia. ‘O Professore’ è uno degli alias più famosi di Cutolo così soprannominato dai suoi compagni di carcere, perché era l’unico tra di loro che sapesse leggere e scrivere. Il post firmato, con nome e cognome e una foto di due bambini, lo definisce “maestro” proprio perché non si è pentito. La vita in carcere di Cutolo è cominciata negli anni ’60 e da allora mai interrotta. Intervallata solo, da periodi di latitanza ma pur sempre impiegati ad infiltrarsi in diversi settori economici e politici. Negli anni 80, lo scontro con la Nuova Famiglia nata a San Cipriano D’Aversa, con Antonio Bardellino, vide vittime dal 1981 al 1983 quasi 1000 persone e la guerra era all’inizio. Nel Casertano, il clan dei Casalesi ha poi fatto il resto.
Tanti interrogativi
Il post lascia l’amaro in bocca e pone inevitabili interrogativi. Ci si chiede come si faccia ad esprimere tante e tali parole di apprezzamento per un camorrista che ha ordinato omicidi, che ha usurpato la sua terra e che per le sue colpe, accertate e verificate, è stato condannato a passare i suoi giorni in carcere. Non hanno un senso, i tanti morti ammazzati da innocente, vittime della camorra? Non si accappona la pelle pensando alle tante famiglie che quella camorra osannata ha rovinato per sempre? E l’elenco degli interrogativi sarebbe ancora lungo ma forse, prima di ogni cosa, c’è da chiedersi se la libertà di espressione possa spingersi fino a questo punto o se ci sia un limite, che dovrebbe essere dettato dal buon senso e dalla difesa della legalità. Quel post potrebbe, certo essere solo uno scherzo ma non lo è purtroppo l’adorazione che ancora viene riservata ai camorristi e che crea quel terreno infettante per altre giovani vite.
La bambina che non conosce il padre
Raffaele Cutolo e Immacolata Iacone, si sposarono mentre il capo della Nco si trovava in carcere. La figlia, alla quale secondo la donna sarebbero indirizzate le poesie, venne concepita grazie all’inseminazione artificiale, destinando una bambina a non conoscere la quotidianità del rapporto paterno. Le poesie di Raffaele Cutolo raccolte da Gianluigi Esposito e custodite negli anni da Immacolata Iacone, Cutolo le ha scritte in cella e inviate a casa. Moglie e figlia lo possono incontrare solo una volta al mese, nel carcere di Parma dove è attualmente rinchiuso. Alla bambina è permesso di abbracciarlo ma solo per pochi minuti, una manciata di secondi che perderà tra qualche mese, quando compirà 12 anni. Tutto sarà poi ancora più schermato.