Quattro Università in campo contro corruzione e mafie

Palermo, Napoli, Pisa e Torino, quattro Università in campo per capire come contrastare la corruzione, l’infiltrazione delle mafie nella politica e nelle istituzioni. Un percorso di studio interdisciplinare che coinvolge studiosi, giornalisti, magistrati, forze dell’ordine e amministratori per specificare anche pratiche di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Il Master Interuniversitario di II Livello in “Analisi, Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata e della Corruzione-APC”, conta anche sulla collaborazione dell’associazione Libera. La sperimentazione parte il 14 febbraio.

Corruzione, criminalità organizzata, i suoi interessi e le sue azioni. Per comprendere le mafie nelle diverse declinazioni quattro diverse l’Università, hanno stretto le fila e lo hanno fatto per il primo Master Interuniversitario di II Livello in “Analisi, Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata e della Corruzione-APC”, realizzato dall’Università di Pisa (sede amministrativa del Master) con il Dipartimento di Scienze Politiche della Federico II di Napoli, l’Università di Torino e l’Università di Palermo.

Un’azione congiunta di comprensione per l’analisi, la prevenzione ed il contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, che rappresenta una prima volta assoluta in Italia e che vede anche la collaborazione dell’associazione ‘Libera, nomi e numeri contro le mafie’. “Alla Federico II di Napoli, dal 2012 era già attivo il Master in “Analisi dei fenomeni di Criminalità Organizzata e Strategie di Riutilizzo Sociale dei Beni confiscati-ACORS”, ora con questa nuova esperienza avremo maggiori possibilità di approfondire le nostre conoscenze”, ha spiegato Michele Mosca, docente del Dipartimento di Scienze Politiche e coordinatore delle attività di master che si terranno in Campania.

Il progetto formativo si articola seguendo una logica interdisciplinare che intende unire, in una prospettiva comune, i diversi contributi delle scienze sociali: dall’ analisi penale e criminologica, all’ economia, all’ indagine sociologica, storica e politologica.

Gli obiettivi, prima volta in Italia

L’obiettivo è indagare le modalità per contrastare la criminalità organizzata, esaminando le mafie secondo un approccio economico, sociologico, demografico, giuridico e storico. Per comprendere quali sono le conseguenze nell’economia, come individuare le infiltrazioni, quanto hanno inciso le mafie sulla nostra capacità di crescita e sviluppo e soprattutto quali sono le strategie di intervento più efficaci per prevenire la diffusione della corruzione e delle pratiche criminali. L’inaugurazione è prevista il 14 febbraio a Torino ma le sedi di svolgimento cambieranno a seconda dei moduli di lezione. In Italia è la prima volta che gli atenei decidano di stringere una tale collaborazione per il rilascio di un titolo di studio congiunto. La quasi totalità dei corsi e dei seminari che ne compongono l’offerta didattica non sono infatti, presenti nell’offerta formativa di alcun corso di laurea.

A lezione con amministratori, giornalisti, studiosi, magistrati e forze dell’ordine

Studiosi, rappresentanti dell’autorità giudiziaria, amministratori pubblici, funzionari di pubblica sicurezza, dirigenti della pubblica amministrazione, operatori della società civile e del mondo dell’informazione e personale delle forze armate compongono il nutrito gruppo di oltre sessanta relatori che si alterneranno in più di 320 ore frontali, durante le quali l’approfondimento teorico si integrerà con specifici percorsi di formazione nel campo della gestione e riutilizzo sociale dei beni confiscati, della legislazione penale, degli organismi e delle politiche di contrasto, della comunicazione in materia di mafie e corruzione e del ruolo cruciale svolto dalla società civile, dall’associazionismo e dal terzo settore.

 

 

 

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