Patty Breza
Pestato a sangue, minacciato di morte e abbandonato in campagna da tre fratelli. Un ragazzo trentenne di Casapesenna, che qui chiameremo con un nome di fantasia, Antonio, per tutelare la sua privacy, racconta di essere stato attirato in una trappola e di essere stato massacrato perchè accusato di aver realizzato un falso profilo Instagram con le foto di uno dei tre aggressori.
Antonio racconta di aver informato nei giorni scorsi uno dei tre fratelli, C.C., dell’esistenza del profilo e di aver cercato di dimostrargli di non essere stato lui a farlo. C.C. però avrebbe continuato a non credergli e incontrandolo successivamente, lo avrebbe minacciato dicendogli “Ti spacco la testa”.
A casa di Antonio, qualche giorno dopo si sarebbe recato un altro dei tre fratelli di C.C. per chiedergli di prendere un caffè. L’appuntamento è arrivato l’altro ieri sera, quando Antonio ha parcheggiato la sua auto in piazza Petrillo a Casapesenna ed è salito a bordo dell’auto del suo conoscente che lo ha portato nei pressi della pasticceria Vitolo di San Marcellino, dove piuttosto che fermarsi ha fatto salire a bordo gli altri due fratelli.
Lì sarebbe cominciato l’incubo per il ragazzo. Uno dei tre avrebbe tirato fuori una pistola e gli avrebbe detto : “Fai attenzione, che questa spara”. Il fratello “offeso” dal profilo falso avrebbe legato una corda al collo della vittima per immobilizzare la sua testa. Sarebbero così cominciati i colpi violenti al volto durante il tragitto in auto.
Il ragazzo è stato condotto in una campagna di Villa Literno ed è stato trascinato “come un cane”. “Mi hanno tolto la corda dal collo e me l’hanno legata ai polsi posizionati di fronte a me per poi far girare la corda attorno al mio corpo e al tronco, mi hanno immobilizzato le gambe con lo scotch e con lo scotch mi hanno coperto anche la bocca“, ha raccontato il giovane ai carabinieri sporgendo querela.
Una volta immobilizzato, il ragazzo è stato picchiato dai tre fratelli, uno dei quali lo colpiva alla tempia con la pistola.
I tre insistevano affinchè il ragazzo ammettesse di aver creato lui il profilo falso e hanno anche chiesto il codice di accesso del telefono per leggere i messaggi di Whatsapp e altri social. Dopo averlo minacciato di buttarlo nei Regi Lagni, lo hanno fatto scendere senza telefono e chiavi dell’auto in via Santa Maria a Cubito a Villa Literno nei pressi di un deposito edile.
“Non ti permettere di andare dai carabinieri perchè sai bene di cosa è capace la nostra famiglia”, avrebbero affermato i fratelli facendo riferimento ad un omicidio commesso molti anni fa da un loro zio.
M.C. è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale Moscati. Sul caso sono in corso gli accertamenti dei carabinieri della stazione di San Cipriano d’Aversa, che dovranno verificare la veridicità della ricostruzione fornita dal ragazzo.
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