Stamattina all’auditorium di Teano, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, con il sindaco di Teano Dino D’Andrea e il vescovo Giacomo Cirulli, ha incontrato gli studenti dell’Isiss Foscolo, dell’ Ic Laurenza e dell’Ipssart Istituto Alberghiero.
“L’antimafia è la parte migliore della società”: così stamattina, all’auditorium diocesano di Teano, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, intervenuto all’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale in memoria di don Peppe Diana, ha commentato il lavoro di quanti sono impegnati ogni giorno nell’affermazione della legalità e della giustizia.
“La camorra non uccide soltanto, ma infanga – ha affermato De Raho – è accaduto anche con don Peppe Diana, ricordo ancora quando, a distanza di poco tempo dall’omicidio, ricevetti una chiamata da chi stava investigando per essere informato che una persona, interrogata sul fatto, aveva sostenuto l’esistenza di una situazione infangante per il sacerdote. Fu immediato per me intuire che quella persona doveva essere manovrata dalla camorra, che non si limita ad uccidere fisicamente, ma che ha anche l’interesse di infangare i martiri”.
Partendo da questo racconto, il procuratore ha voluto soffermarsi sull’antimafia, che spesso finisce sotto attacco. “ Può accadere certamente che ci siano delle persone che si infiltrano – ha commentato – ma mai singoli personaggi infangheranno il lavoro dell’antimafia”. “Quando leggete notizie contro l’antimafia – ha aggiunto rivolgendosi agli studenti presenti – non gioite, ma riflettete”.
De Raho ha ribadito la necessità di una società civile protagonista delle scelte: “ I magistrati, le forze dell’ordine sono tenuti per dovere professionale a mettersi al servizio della lotta alle mafie , ma i singoli cittadini impegnati – ha osservato – sono quelli da apprezzare e sostenere maggiormente perché scelgono, pur non essendone obbligati, di contrastare con azioni collettive la camorra”.
Oggi il clan dei Casalesi, o dei “Falsi casalesi” (come lo chiama il sindaco di Casal di Principe Renato Natale) è finito? “Purtroppo c’è tutta una parte che continua ad operare sulle macerie e che continua ad utilizzare soldi ed imprese criminali, ma – ha affermato De Raho – tanta pulizia è già stata fatta e soprattutto oggi, partendo proprio dall’ esempio di don Peppe Diana, ci sono le condizioni per essere uomini liberi, che attuano i principi cristiani della solidarietà, del rispetto e della dignità umana”.
Sul ruolo della pubblica amministrazione, il procuratore ha ribadito la necessità di enti pubblici che sappiano dare ai cittadini risposte celeri e certe, perché “laddove si soddisfa l’esigenza del cittadino, si evita l’infiltrazione mafiosa”.
E sulla serie televisiva “Gomorra”, ha commentato che “parlare di mafie è sempre positivo per coltivare la conoscenza, ma quando si fa vedere solo una parte della medaglia e la camorra viene rappresentata come modello vincente, allora si sta facendo disinformazione, perché alla fine i camorristi finiscono tutti o in carcere o al cimitero”.
Presenti all’auditorium l’europarlamentare del Pd Pina Picierno, il comandante della compagnia carabinieri di Capua Francesco Mandia, il dirigente del commissariato di Sessa Aurunca Mario Russo.
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