Collegato anche l’ex capo del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, che in video conferenza ha fatto sapere di non essere stato informato dell’udienza, tenuta presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che vede imputati anche l’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria.
E’ cominciato il processo al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sulle infiltrazioni del clan nel Comune di Casapesenna, che vede come imputati l’ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria, Luigi Amato e Michele Zagaria ex capoclan dei Casalesi. I tre sono accusati di violenza privata aggravata dal metodo mafioso. In aula è presente anche Nicola Schiavone, figlio di Francesco detto Sandokan, ora collaboratore di giustizia. Collegato in video conferenza dal carcere dell’Aquila c’è anche Michele Zagaria, difeso dall’avvocato d’ufficio Paolo di Furia. L’ex boss dei Casalesi ha fatto sapere di “non essere a conoscenza di quest’udienza, sono stato portato qui senza sapere. Sono stato importunato, resto solo per rispetto della corte”.
Il processo, con presidente Maria Francica ed il pm Maurizio Giordano della Dda di Napoli, parte dall’arresto di Fortunato Zagaria, difeso dagli avvocato Paolo Trofino e Giuseppe Stellato, avvenuto il 10 febbraio del 2012. Per l’ex sindaco scattò l’accusa di violenza privata aggravata dal metodo mafioso nei confronti Giovanni Zara, allora primo cittadino poi sfiduciato dalla sua maggioranza. Nel corso del procedimento penale la posizione di Fortunato Zagaria si è però, poi appesantita. La Dda di Napoli gli ha infatti, contestato anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, perché ci sono oltre 10 collaboratori di giustizia che lo ritraggono come il politico di riferimento di Michele Zagaria, oggi ergastolano ma latitante per 15 anni.
Le parole di Schiavone
Il neo pentito Nicola Schiavone, reggente del clan dei Casalesi dal 2004 al 2010, parla dei suoi rapporti con Iovine e Zagaria, ma soprattutto degli affari economici legati al clan dei Casalesi. Secondo Schiavone la cassa del clan per far fronte a tutte le spese aveva bisogno di almeno “500 mila euro al mese”. L’accordo economico tra le due fazione, Schiavone-Zagaria, però secondo l’attuale collaboratore di giustizia, si interrompono “nel 2008, con l’omicidio di Michele Iovine, voluto da Zagaria che non si era messo d’accordo con me”.
Nicola Schiavone parla anche della sfiducia a Giovanni Zara, parte offesa nel processo, eletto sindaco di Casapesenna il 13 aprile 2008 e fin da subito schieratosi contro la camorra, anche con un emblematico comunicato, dopo gli arresti di Alessandro Cirillo e Oreste Spagnuolo, in cui aveva fatto sapere di auspicare anche la cattura di “Iovine e Zagaria” allora latitanti. Lo stesso Zara, dopo 15 giorni dall’insediamento al Comune, si recò presso la Dda di Napoli, allora coordinata da Franco Roberti, per aiutare la magistratura e le forze dell’ordine a far arrestare Michele Zagaria, reggente dei casalesi. Proprio questo atteggiamento non andava bene né al clan né agli esponenti politici vicini alla criminalità organizzata, per questo fu ‘combinata’ la sfiducia, che avvenne con le firme della sua maggioranza a febbraio del 2009.
Attaccare politicamente un sindaco non vicino al clan e poi toglierlo dal suo posto al capo dell’amministrazione era il tipico modus operandi del clan dei Casalesi, così come sottolinea Schiavone: “Giovanni Zara, che non era un sindaco a nostra disposizione, si era dichiarato apertamente contro il sistema, così come era avvenuto nel ’94 con Renato Natale“. “Quando veniva eletto malauguratamente un sindaco che non faceva parte del sistema, non potevamo andare subito da lui e dire dimettiti, altrimenti sarebbe stato troppo evidente, facevamo passare un po di tempo poi trovavamo il pretesto per destituirlo”. Secondo Schiavone fu Michele Zagaria a ordinare la sfiducia a Zara: “Questa era la giusta punizione per noi. Lo abbiamo commentato più volte anche con Iovine e Panaro, Zara non poteva stare al suo posto”. Una cosa del genere era già stata fatta in passato con “Renato Natale”.
Schiavone jr, ha poi parlato anche del ruolo dell’ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria: “Era assodato nel clan che Michele Zagaria controllasse il Comune di Casapesenna, attraverso Fortunato Zagaria”.