Processo per l’uccisione di Stefania, l’omicida “spavaldo” ammonito in aula

Tensione in aula stamattina al processo che vede imputato per l’ omicidio volontario di Stefania Formicola il marito Carmine D’Aponte. L’uomo ammonito tre volte in aula.

“E’ davvero incredibile che dopo aver ucciso nostra figlia, a distanza di due anni, si mostri così spavaldo e che addirittura si permetta di beffeggiare noi e chi rappresenta la legge”. Parlano Luigi Formicola e Adriana Esposito, i genitori di Stefania Formicola, uccisa dal marito Carmine D’Aponte. Stamattina c’è stata la requisitoria alla Corte di Appello di Napoli e si sono registrati momenti di forte tensione, soprattutto quando il pm Edoardo Clienti ha richiesto la conferma dell’ergastolo, al quale l’uomo è già stato condannato in primo grado per omicidio volontario. Mentre il pm illustrava le motivazioni alla base della sua richiesta, D’Aponte si è più volte girato con fare beffardo per guardare la madre di Stefania che prontamente si è rivolta ai carabinieri presenti in aula. L’uomo è stato ammonito una prima volta, ma non gli è bastato per calmarsi. Quando ha continuato a sbraitare, il giudice della seconda Corte d’appello, Patrizia Mirrala, lo ha ammonito per la seconda volta. La terza occasione è arrivata quando l’imputato, dopo un breve intervallo di sospensione, alla ripresa dell’udienza è stato l’unico a non alzarsi all’ingresso in aula della Corte.

La famiglia chiede giustizia per Stefania

“La conferma dell’ergastolo non ci ridarà la nostra Stefania – hanno affermato i genitori – ma almeno potrà garantire l’affermazione della giustizia. Nostra figlia era una ragazza stupenda e aveva un futuro davanti a sé da vivere con i suoi figli e invece oggi lei non c’è più e i suoi bambini stanno crescendo con i nonni”. E’ ancora vivo il dolore per la vita di Stefania Formicola spezzata il 19 ottobre del 2016, quando il marito le sparò un colpo di pistola al cuore grida giustizia. Al fianco della famiglia tanti uomini e donne che attendono con ansia il verdetto della Corte d’Appello. «Le condanne esemplari – ha detto l’avvocato Cesino, legale di Adriana Esposito e presidente dell’associazione ‘Libera dalla violenzà – sono un potente strumento di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e la giustizia nella quale crediamo si fa nelle aule processuali proprio grazie alle condanne esemplari».

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