L’Italia è al passo con gli altri Paesi europei più progrediti nella cura al cancro, ma restano troppe differenze nella prevenzione fra il Nord e il Sud.
Nell’assistenza ai malati di cancro l’Italia è oggi ai vertici in Europa, in linea con i Paesi più progrediti, come Francia e Germania e molto meglio della Gran Bretagna. Tanto che negli ultimi 10 anni il numero dei pazienti vivi dopo la diagnosi di cancro è aumentato del 53%: erano due milioni 250 mila nel 2010, oggi sono 3 milioni 460 mila. Alla vigilia della ‘Giornata Mondiale contro il Cancro’, Giordano Beretta, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), non vuole però tanto insistere sui meriti, quanto piuttosto denunciare quello che ancora non funziona.
“Sono ancora troppe – dice Beretta – le differenze sul nostro territorio: dall’adesione e copertura degli screening ancora troppo basse al Sud, alla realizzazione delle reti oncologiche regionali a macchia di leopardo, alla disponibilità solo in alcune Regioni più virtuose di terapie efficaci e di test in grado di analizzare il profilo molecolare del tumore”. Ad esempio: “Se l’attivazione degli screening sul tumore della mammella è al 100% in Lombardia, dove l’adesione delle donne fra 50 e 69 anni è del 60% – afferma il Presidente Aiom – accade che in alcune zone del sud con l’attivazione al 20% aderisca solo il 20% delle donne. Nel primo caso – nota Beretta – su 100 donne sono comunque 60 quelle protette. Nel secondo caso sono solo 4”.
Un altro esempio è indicato da Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma e Immunoterapia Oncologica dell’Istituto ‘G.Pascale’ di Napoli, “l’unico in Italia a offrire gratis ai cittadini campani colpiti da melanoma la combinazione di due molecole immunoterapiche, nivolumab e ipilimumab, che soprattutto per i casi con metastasi cerebrali asintomatiche (circa il 40% del totale), ha evidenziato risultati importanti. L’Aifa ha approvato la terapia, ma non il suo rimborso. Costa circa 80 mila euro l’anno per due anni. Solo il presidente De Luca, in Italia ha deciso di rendere possibile il rimborso”.
E che dire della Lombardia, che è stata apripista sui test genomici stabilendone la rimborsabilità per le donne con carcinoma della mammella in stadio iniziale, perché i test possono predire l’aggressività della malattia e soprattutto essere decisivi sulla possibilità di evitare la chemioterapia.
“Ebbene proprio in Lombardia, dove afferiscono numerosi pazienti da altre regioni – dice Lucia Del Mastro, Responsabile Brest Unit San Martino di Genova – viene negato il test ai non residenti”.
In Italia, nel 2019, le nuove diagnosi di cancro sono state 371mila. “Rispetto al 2018, si è registrato un calo di circa 2.000 casi – conclude il presidente Beretta – a cui ha molto contribuito l’efficacia dello screening del tumore del colon retto (dove su 53 mila casi si è registrato un meno 8000), l’ unico che permette di individuare ed eliminare lesioni a rischio prima ancora della loro trasformazione in neoplasia”
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