Premio Nazionale don Peppe Diana, appello: “Giovani tornino ad essere al centro”

Il 4 luglio a Casa don Diana, bene confiscato alla camorra ed ora sede del Comitato don Peppe Diana, è stato consegnato il Premio Nazionale don Diana- Per Amore del mio popolo.

di Tina Cioffo

I giovani, i loro sogni e la capacità di ascoltarli. Si è parlato di questo al Don Diana Day, celebrato il 4 luglio a Casal di Principe in occasione della consegna del Premio Nazionale don Diana- Per Amore del mio popolo. Sono i giovani d’altronde, che riescono a mantenere l’entusiasmo anche in situazioni di crisi e anche quando la rassegnazione potrebbe prendere il sopravvento ed è per questo motivo che la scuola non deve essere vissuta come area di parcheggio né che la politica debba non considerarli. Lo hanno detto a più riprese il filosofo Umberto Galimberti, il sociologo Nando Dalla Chiesa, lo scrittore ed editore Rosario Esposito La Rossa ed il fondatore della comunità di Capodarco don Franco Monterubbianesi premiati con una Vela che ideò l’artista Giusto Baldascino, versione in miniatura del monumento presente nel Parco Cittadino di Casal di Principe dedicato a don Peppe Diana.

“Abbiamo il grande compito di appassionare e assecondare i giovani”, il commento di La Rossa che a Scampia ha portato la cultura ed i libri con la Scugnizzeria. Un progetto che cresce di anno in anno e che registra la trasformazione, prima nemmeno ipotizzata. “La scuola è l’unica salvezza per i ragazzi lo abbiamo capito ancora di più durante la pandemia”, ha detto Galimberti dopo aver ascoltato gli studenti premiati con la menzione speciale del Premio don Peppe Diana insieme al giornalista Sergio Nazzaro e all’associazione Lipu sezione di Caserta. “Uno dei drammi dei giovani – ha aggiunto il filosofo- è l’assenza di lavoro. Se non c’è lavoro è più facile entrare nelle maglie della criminalità organizzata. “Il Governo se volesse, potrebbe incoraggiare gli industriali ad investire in questo territorio e a creare occupazione”, ha sottolineato Galimberti. “Casal di Principe, per lunghi decenni conosciuta solo come terra di camorra, ora è una terra di cambiamento. Quando ne parlo agli studenti o a coloro che mi ascoltano, dico spesso: siete convinti che Casal di Principe sia la capitale della camorra? Ci sono stato, vi assicuro che non è così“, ha spiegato Nando Dalla Chiesa che ha ricevuto il premio dalle mani di Gennaro Nuvoletta familiare di vittima innocente e da carabiniere anche scorta del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, padre di Nando. Alle vittime innocenti e ai loro familiari, lo sguardo sempre attento.

Il passato, il presente ed il futuro, grazie anche alla visione di don Monterubbianesi che a 90 anni trova ancora l’energia mentale per continuare a progettare, hanno trovato il trade union in quella che non è una semplice cerimonia di premiazione. I giovani studenti sono diventati i protagonisti, con le loro facce pulite, la loro voce vibrante e la capacità di guardare oltre. Di accusa e di promozione, le parole di Nazzaro rimarcando l’inaccettabile violenza vissuta tra le mura del carcere di Santa Maria Capua Vetere “come sospensione della Costituzione”. Il 4 luglio, giorno nel quale don Giuseppe Diana avrebbe festeggiato il suo compleanno così come ha ricordato la sorella Marisa Diana, tutto si svolge nella più ampia cornice del Festival dell’Impegno Civile che è una rassegna di arte, teatro e cultura sui beni confiscati alla camorra. Un’azione di denuncia e di recupero della coralità che da 14 anni, grazie alla volontà del Comitato don Peppe Diana e del coordinamento provinciale di Libera Caserta, ha rotto gli argini e avviato una narrazione diversa.

Di racconto in racconto, la storia si arricchisce di particolari e protagonisti. A Casa don Diana, sede del Comitato don Peppe Diana e fulcro di un’intensa progettualità, il 4 luglio sono arrivati per la prima volta gli attori della compagnia teatrale Fabbrica Wojtiyla, teatro di innovazione città di Caserta portando al pubblico due monologhi assai significativi sulle discriminazioni e sulla bellezza. La recitazione e la musica de I Vico piccola Orchestra della Tammorra, sono risuonate come l’affermazione della normalità a partire proprio dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alla camorra e restituiti alla collettività. Un moto rivoluzionario inarrestabile.

A fare gli onori di casa, Salvatore Cuoci coordinatore del Comitato don Peppe Diana, Giovanni Solino per Libera Caserta, il sindaco di Casal di Principe Renato Natale insieme a buona parte della sua amministrazione comunale, in primis gli assessori Marisa Diana e Mirella Letizia, la consigliera Margherita Iovine. Tra i presenti anche il prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, l’assessore regionale Mario Morcone, il colonnello dei carabinieri Donato D’Amato del gruppo di Aversa, il comandante provinciale dei carabinieri Patrizio La Spada, il presidente del Tribunale Napoli Nord, Luigi Picardi. Ricco anche il parterre di associazioni e cooperative sociali che sono intervenute, la Croce Rossa di Casal di Principe e tanti cittadini, giovani, studenti, docenti dei vari istituti del Casertano. Il parlamento Studentesco ‘A piccoli Passi’.

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