La mancata primavera italiana e la gran quantità di pioggia caduta ha danneggiato il comparto ortofrutticolo. L’allarme è della Coldiretti.
Il maltempo con temporali e grandine si è abbattuto a macchia di leopardo nelle campagne dove sale il conto dei danni alle coltivazioni in una primavera segnata da precipitazioni eccezionali nel mese di maggio particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo, le piante che iniziano a fare i primi frutti e l’arrivo del primo fieno, chiamato appunto maggengo, necessario per l’alimentazione degli animali.
L’anomalia climatica si fa sentire però lungo tutta la Penisola dove – precisa la Coldiretti – si è verificata una vera strage per verdure, cereali e frutta con danni a vigneti, agrumeti, oliveti, fragole, albicocche, ciliegie, pesche e cocomeri. A causa di una primavera maledetta si rischia di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane anche se –continua la Coldiretti – bisognerà però attendere ancora qualche settimana per verificare come reagiranno le piante e quantificare l’esatta entità del danno.
La pazza primavera – sottolinea Coldiretti Campania – ha creato problemi anche alle sentinelle più sensibili della natura: le api. Il maltempo ha compromesso molte fioriture e le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto, che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il consiglio della Coldiretti è di comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria e non cercare per forza il prodotto perfetto, perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti “brutti ma buoni”.
Il risultato – secondo la Coldiretti – è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale. A Salerno, i problemi maggiori sono stati riscontrati nella produzione di ciliegie con un crollo del 50%.
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