La puntura del pesce scorpione, oltre a essere molto dolorosa, può provocare diversi danni e, nei casi peggiori, portare alla morte
È arrivato in Italia, è velenoso, invasivo e dannoso: stiamo parlando del pesce scorpione, un pesce tropicale che ha raggiunto le coste italiane, dove sta facendo già preoccupare per i rischi che comporta la sua presenza. Vediamo insieme cosa c’è da sapere, per evitare di farsi prendere dal panico.
Per comprendere cosa sia il pesce scorpione, noto anche come pesce leone, è importante partire dalle sue caratteristiche anatomiche. Il suo nome scientifico è Pterois miles e si presenta con un corpo tozzo di colore rosso-bruno. Ha occhi sporgenti, pinne raggiate e spine che sporgono dal corpo, formando quasi una criniera, da cui deriva il nome comune.
Originario del Mar Rosso, questo pesce, che può raggiungere i 35 centimetri di lunghezza, ha colonizzato le coste del sud Italia negli ultimi 12 anni. È estremamente prolifico, producendo circa 2 milioni di uova all’anno, e non ha predatori naturali nelle nostre acque, ad eccezione dei polpi in rari casi. Questo spiega la sua rapida diffusione.
Il pesce scorpione è velenoso. Per darti un’idea, il suo veleno è in grado di difenderlo da uno dei suoi predatori: lo squalo. Altri suoi nemici naturali sono le cernie e le murene. Le pinne di questo pesce sono dotate di spine velenose, 10 dorsali e 6 anali, che rilasciano un veleno attivo anche per 24/48 ore dopo la morte del pesce se toccate.
Ho avuto occasione di incontrare alcuni esemplari in Grecia, dove è anch’esso invasivo. È un pesce affascinante da osservare, con il suo corpo che sembra danzare nell’acqua e i suoi colori che catturano l’attenzione, ma è fondamentale mantenere una distanza di sicurezza. Quando ti avvicini, non scappa; anzi, sfrutta la tua presenza per cacciare i piccoli pesci che scappano da te.
Se lo avvisti, allontanati immediatamente, se lo trovi morto evita di toccarlo. I sintomi del suo veleno includono dolore intenso, vomito, convulsioni fino a paralisi, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, la morte.
Il pesce scorpione è solo una delle specie tropicali che, a causa del riscaldamento dei mari, stanno raggiungendo le coste italiane. Se sei preoccupato, pensa ai pesci nativi che rischiano di essere spazzati via da questa specie invasiva.
Conoscere il pesce scorpione porta a interrogarsi sui rischi di incontrarlo nei nostri mari. In Italia, la sua presenza è stata documentata per la prima volta nel 2016, al largo della costa sud-orientale della Sicilia. Nuovi avvistamenti sono stati registrati nell’estate del 2023 lungo le coste della Calabria, sollevando preoccupazioni tra gli esperti per il futuro. Per questo motivo, il pesce scorpione è stato inserito, insieme ad altre specie come il pesce coniglio scuro, il pesce coniglio striato e il pesce palla maculato, nel programma “Attenti a quei 4”. Questa campagna, promossa da ISPRA e CNR-IRBIM nell’ambito del progetto “AlienFish”, mira a sensibilizzare sulle specie aliene e incoraggia il monitoraggio.
La presenza del pesce scorpione nel Mediterraneo è un promemoria di ciò che minaccia l’equilibrio degli ecosistemi. Sono molte le specie che stanno estendendo il loro habitat a causa delle attività umane. Sebbene gli esperti vogliano evitare allarmismi, sottolineano che alcuni Paesi stanno promuovendo programmi di eradicazione del Pterois miles, che finora si sono dimostrati poco efficaci.
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