Perché le dita delle mani raggrinziscono quando stiamo troppo in acqua?

Avete mai notato che, trascorrendo diverso tempo in acqua, le dita delle mani raggrinziscono? La ragione di questo fenomeno è ben precisa

Vi siete chiesti perché, dopo aver trascorso qualche minuto in acqua, la pelle delle dita delle mani tende a diventare raggrinzita? Quello di cui stiamo parlando è un fenomeno che tutti noi, sin da quando siamo piccoli, siamo abituati a vedere, e probabilmente chiunque si è posto il quesito almeno una volta nella vita. Anche la scienza, per anni, ha cercato le ragioni senza trovare una risposta definitiva, ma finalmente un team di studiosi è riuscito a trovare la soluzione a questo mistero. Vediamo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Svelato il motivo per cui le dita sotto l’acqua diventano rugose

In passato, si credeva che il fenomeno per cui le dita delle mani sott’acqua prendono una forma raggrinzita fosse una risposta passiva degli strati superficiali della pelle, i quali si gonfiavano man mano che l’acqua penetrava, tramite un processo noto come osmosi. Tuttavia, già nel secolo scorso, gli scienziati hanno iniziato ad avere il sospetto che ci fosse un altro fattore dietro questo fenomeno, dopo aver scoperto che il raggrinzimento delle dita causato dall’acqua è in realtà regolato dal sistema nervoso, suggerendo, quindi, l’esistenza di una motivazione specifica, magari evolutiva.

Dita raggrinzite in acqua
Dita raggrinzite in acqua | Pixabay @Andik_Tri_Witanto – iReporters

In altre parole, le dita raggrinzite potrebbero rappresentare un vantaggio adattivo, reagendo attivamente all’immersione in acqua, come recentemente dimostrato dal gruppo di ricerca capeggiato dal professor Nick Davis, neuroscienziato e psicologo della Manchester Metropolitan University, che insieme ai suoi colleghi ha condotto uno studio sulle rughe dei polpastrelli. Ma vediamo più nel dettaglio questa ricerca e i suoi risultati.

I risultati dello studio

Con l’assistenza di 500 volontari che hanno visitato il Science Museum di Londra nel 2020, Davis ha misurato la forza necessaria per afferrare un oggetto di plastica. Non sorprende che i partecipanti con le mani asciutte utilizzassero meno forza rispetto a quelli con le mani bagnate, poiché la loro presa sull’oggetto era migliore. Tuttavia, quando i volontari tenevano le mani in acqua per alcuni minuti fino a far raggrinzire i polpastrelli, la forza di presa risultava inferiore rispetto a quella delle persone con le mani semplicemente bagnate.I risultati sono stati sorprendentemente chiari”, ha dichiarato Davis alla BBC. “Le rughe aumentavano l’attrito tra le dita e l’oggetto, ma ciò che è particolarmente interessante è che le nostre dita sono sensibili a questo cambiamento nell’attrito superficiale e utilizziamo queste informazioni per applicare meno forza e afferrare un oggetto in modo sicuro”.

L’oggetto che i volontari di Davis dovevano afferrare pesava meno di un paio di monete, quindi la forza richiesta era minima. Tuttavia, eseguendo compiti più difficili in ambienti umidi, questa differenza di attrito potrebbe diventare più rilevante, suggerendo che gli esseri umani possano aver sviluppato questa capacità nel corso della nostra evoluzione, per afferrare oggetti e superfici bagnate. “Dato che sembra migliorare la presa sott’acqua, suppongo che sia collegato al movimento in condizioni molto umide o alla manipolazione di oggetti sott’acqua”, ha spiegato Tom Smulders, neuroscienziato evoluzionista dell’Università di Newcastle, nel Regno Unito. Nel 2013, Smulders ha condotto una ricerca sul tema, rilevando che la rugosità potrebbe aver dato ai nostri antenati un vantaggio cruciale, ad esempio, quando si trattava di camminare su rocce bagnate o afferrare rami. In alternativa, potrebbe averci aiutato nella cattura o nella ricerca di cibo come i crostacei.

Altri indizi interessanti riguardo a quando questo adattamento possa essere emerso nella nostra specie indicano che le dita raggrinzite sono meno pronunciate in acqua salata e impiegano più tempo a formarsi rispetto a quelle in acqua dolce. Questo è probabilmente dovuto al fatto che il gradiente di sale tra la pelle e l’ambiente circostante è inferiore nell’acqua salata, rendendo lo squilibrio salino che stimola le fibre nervose meno intenso. Pertanto, potrebbe trattarsi di un adattamento che ha favorito i nostri antenati che vivevano in ambienti di acqua dolce piuttosto che lungo le coste.

Altre teorie

Un’altra teoria suggerisce che il fenomeno sia strettamente collegato al sistema nervoso. I ricercatori, in uno studio pubblicato sulla rivista Brain, Behaviour and Evolution, sostengono che il raggrinzamento delle dita sia dovuto alla riduzione del volume della polpa dei polpastrelli, causata dalla vasocostrizione controllata dal sistema nervoso autonomo. Secondo questa ricerca, se i nervi delle dita venissero tagliati e la mano fosse immersa in acqua, le rughe non si formerebbero, rendendo così il fenomeno un indicatore del corretto funzionamento del sistema nervoso.

Infine, un’ultima teoria suggerisce che questo fenomeno serva ad avvisarci quando è necessario uscire dall’acqua. Questa ipotesi, tuttavia, manca di basi concrete ed è importante sottolineare che il raggrinzimento delle dita non indica alcun danno cutaneo. A meno che non ci siano altri problemi come disidratazione o ipotermia, il fenomeno, quindi, non è pericoloso.