Perché è così difficile fare luce sul movente di Thomas Crooks?

Il ventenne ha condotto una vita ordinaria, non si è mai messo nei guai con la legge e su Internet ha lasciato pochissime tracce del suo passato. Anche la sua ideologia politica non aiuta a capire meglio la logica dietro le sue azioni

Nonostante siano passati ormai tre giorni dall’attentato nel quale è stato coinvolto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, alcune domande su quanto avvenuto continuano a restare prive di una risposta. Non è chiaro, per esempio, quali falle nella sicurezza abbiamo permesso a Thomas Matthew Crooks, il ventenne della Pennsylvania che ha sparato al candidato Repubblicano ed è stato ucciso dal Secret Service, di agire indisturbato. Anche le motivazioni dietro al tentato omicidio non sono chiare, soprattutto perché sulla vita e l’ideologia dell’attentatore si sa davvero poco. L’FBI sta facendo il possibile per trovare un possibile movente, ma si sta rivelando un’impresa complicata, soprattutto perché Crooks conduceva una vita abbastanza ordinaria, aveva pochi amici e non era nemmeno troppo attivo su Internet. Come se non bastasse, alcune informazioni raccolte su di lui interrogando chi lo conosceva appaiono contradditorie, il che rende ancora più complicato provare a “entrare nella sua mente”.

Una vita solitaria

Partiamo dalle certezze: Crooks abitava a Bethel Park, un comune della contea di Allegheny, assieme ai suoi genitori, entrambi terapisti specializzati in psicologia comportamentale. La sua fedina penale era pulita e le forze dell’ordine non avevano mai avuto alcuna ragione per tenerlo d’occhio, come confermato dall’FBI. Dopo aver frequentato la scuola superiore vicino a casa, a maggio si era laureato in ingegneria presso il community college (un’università gratuita della durata di due anni) della contea di Allegheny. Lavorava nella cucina di una casa di riposo, il Bethel Park Skilled Nursing and Rehabilitation Center, e i suoi datori di lavoro non avevano mai avuto problemi con lui.

Secondo alcune persone, Crooks aveva subito del bullismo durante gli anni delle superiori e forse era stata questa esperienza a portarlo a evitare gli altri. Come raccontato dal consulente scolastico Jim Knapp durante un’intervista al New York Times, il ragazzo aveva l’abitudine di pranzare da solo e trascorreva il tempo passato in mensa a usare il suo smartphone. Questa versione è stata confermata da una studentessa che ha frequentato la scuola assieme a Crooks: “Non voleva alcun tipo di attenzione, né positiva né negativa. Preferiva starsene per conto suo”. I suoi risultati scolastici erano buoni e aveva vinto una borsa di studio da 500 dollari in un concorso di matematica e scienze, come raccontato da un articolo pubblicato su un quotidiano locale.

Le (poche) tracce lasciate online da Crooks

Per provare a capire il movente di Crooks, l’FBI ha interrogato più di un centinaio di testimoni, ottenuto l’accesso al suo smartphone ed effettuato delle perquisizioni nei luoghi in cui l’attentatore ha passato la maggior parte del suo tempo. Nonostante gli sforzi, non sono state trovate informazioni di alcun tipo in merito a cosa possa averlo spinto a sparare a Trump. Neppure sullo smartphone del giovane sono stati rinvenuti elementi in grado di fare luce sulla faccenda. Stranamente anche su Internet Crooks ha lasciato pochissime tracce e persino un analista specializzato in indagini digitali reclutato dal Wall Street Journal non è riuscito a trovare nulla di rilevante: zero profili sui social media, pochissime fotografie che lo ritraggono e nessun legame con eventuali community online. Il ventenne aveva solo un profilo su un sito di scacchi, un account per seguire delle lezioni online di programmazione e degli account su dei siti di videogiochi. Nulla che aiuti a farsi un’idea della sua ideologia politica.

L’allineamento politico

Pur essendo iscritto alle liste elettorali come elettore del Partito Repubblicano, nel 2021 Crooks aveva donato 15 dollari a un gruppo che sosteneva il Partito Democratico. Alcuni conoscenti non hanno avuto alcuna esitazione a definirlo un conservatore, mentre altri lo vedevano più come un moderato tendente al centrodestra. Max Smith, un ex compagno di classe di Crooks, ha raccontato che durante un dibattito simulato Thomas era stato uno dei pochi a difendere le posizioni più vicine alla sfera dei conservatori. “Mi chiedo come mai abbia cercato di uccidere un candidato repubblicano”, ha aggiunto Smith, dando voce a un dubbio che negli ultimi giorni ha attraversato la mente di moltissime persone.

Crooks e le armi

Da almeno un anno Crooks era iscritto a un poligono di tiro chiamato “Clairton Sportsmen’s Club”, una delle principali strutture di tiro nell’area dei ste stati in Pennsylvania. Bill Sellitto, il proprietario del club, ha definito l’attentato “una faccenda terribile” e Robert S Bootay III, l’avvocato che rappresenta la struttura, ha sottolineato che il poligono condanna con fermezza quanto avvenuto.

L’arma usata da Crooks, un fucile semiautomatico AR-15, era stata acquistato legalmente dal padre del ventenne almeno sei mesi prima del tentato omicidio. Non è chiaro come e quando Thomas se ne sia appropriato. Padre e figlio condividevano la passione per la caccia, hobby piuttosto diffuso contea di Allegheny. Secondo alcuni ex studenti, ogni tanto Crooks indossava i suoi vestiti da cacciatore anche a scuola. Oltre all’arma, nell’auto del ragazzo sono stati trovati anche due esplosivi non meglio specificati, svariate munizioni e un gilet militare. Inoltre, nella camera in cui dormiva nella casa dei genitori è stato rintracciato un altro esplosivo: al momento non è chiaro perché si trovasse lì o come pianificasse di usarlo.

Pur non escludendo alcuna ipotesi, al momento l’FBI non ha individuato alcun possibile complice di Crooks e pare dunque possibile che il giovane abbia organizzato l’attentato da solo.

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