Cronaca

Per qualche ora i media statunitensi hanno ritenuto il giornalista Marco Violi l’attentatore di Trump: ecco perché

Di mestiere giornalista sportivo, particolarmente attento alle vicende della Roma, è finito per alcune ore al centro delle (fake) news di tutto il mondo: cosa è successo

L’attentato a Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania è stato sfruttato per diffondere una clamorosa fake news partita dall’Italia. Un profilo su X, successivamente disattivato, ha attribuito l’attentato a un inesistente “Mark Violets”: “Il Dipartimento di Polizia di Butler conferma l’arresto di Mark Violets, identificato come l’uomo che ha sparato a Trump e noto estremista antifa. Prima dell’attacco, ha pubblicato un video su YouTube annunciando che la giustizia è in arrivo”.

L’episodio dell’attentato a Trump e la successiva diffusione della fake news hanno dimostrato quanto sia facile diffondere informazioni false attraverso i social media e quanto rapidamente possano diffondersi senza alcuna verifica. La vicenda di Marco Violi evidenzia la necessità di un controllo più rigoroso delle informazioni e della responsabilità dei media nel verificare le fonti prima di pubblicare notizie. La velocità con cui le informazioni possono diffondersi oggi, specialmente sui social media, è impressionante ma anche pericolosa. Un singolo post non verificato può rapidamente diventare virale, influenzando l’opinione pubblica e danneggiando irreparabilmente la reputazione di individui innocenti.

L’inganno e il bersaglio

La notizia, completamente falsa, è stata accompagnata dalla foto di Marco Violi, un giornalista sportivo italiano che si occupa della Roma. Violi, del tutto estraneo alla vicenda, si è trovato al centro di un vortice mediatico con citazioni su TV e siti internazionali, inclusi quelli statunitensi. Prima della rimozione del tweet, la notizia ha accumulato milioni di visualizzazioni, diffondendosi rapidamente grazie all’algoritmo delle piattaforme social.

La diffusione della fake news

L’algoritmo ha fatto il resto: la ‘notizia’ ha catturato l’attenzione di media stranieri che non hanno verificato l’informazione, facendosi portavoce della falsa notizia. Così, “Mark Violets” è diventato l’attentatore di Donald Trump per un breve periodo, con la foto di Violi che rimbalzava tra post e video, alimentando una valanga inarrestabile. Gli utenti italiani, già durante la notte, hanno rapidamente capito che si trattava di una fake news. All’estero, il processo è stato più lento e sono state necessarie rettifiche su testate come NBC News, Reuters e Yahoo per smentire la falsa informazione.

La reazione di Marco Violi

Marco Violi, svegliato nel cuore della notte dalle chiamate e i messaggi, come ha raccontato tramite un post su Instagram, ha subito chiarito la sua estraneità ai fatti: “Sono a Roma, sono stato svegliato nel cuore della notte dalle notifiche. Le notizie che circolano sul mio conto sono completamente prive di fondamento”. In un messaggio sui propri profili Instagram e X, Violi ha preannunciato una denuncia per la vicenda incredibile.

Donald Trump davanti alla bandiera degli Stati Uniti | EPA/SHAWN THEW – iReporters.it

Violi ha denunciato la situazione anche sulle sue pagine social: “Non avevo la minima idea di quello che fosse successo: un gruppo di hater mi sta rovinando la vita”. La notizia falsa ha accumulato due milioni di visualizzazioni, con l’hashtag #MarkViolets che è diventato tendenza su X. Nonostante la notizia sia stata rapidamente identificata come una bufala, era già stata ripresa dai social pro-Trump e da diverse TV, specialmente sudamericane.

La denuncia e le dichiarazioni di Violi

Violi ha annunciato che sporgerà denuncia contro gli account su X che hanno diffuso la falsa notizia e contro le testate giornalistiche che l’hanno rilanciata senza verificare le fonti. “Sono vittima di tutto questo dal 2018, con un gruppo di hater che mi sta rovinando la vita, addirittura con appostamenti presso la mia abitazione, foto del mio citofono e del mio portone. Dei veri e propri stalker”.

Il passato di Violi come bersaglio

Marco Violi, giornalista e tifoso della Roma, è stato preso di mira anche in passato su Instagram e Twitter. Due anni fa, frammenti dei suoi messaggi su Whatsapp, video di YouTube e cori da stadio riscritti in modo scurrile vennero postati su Twitter, attirando l’attenzione di migliaia di utenti, inclusi VIP e calciatori. Questo fenomeno, ribattezzato #VioliNation, ha ulteriormente esposto Violi a una notorietà indesiderata e spesso negativa.

Le misure di prevenzione necessarie

Per evitare che situazioni simili si ripetano, è essenziale implementare misure di prevenzione più efficaci. Le piattaforme social devono migliorare i loro algoritmi per identificare e fermare la diffusione di notizie false. Inoltre, i media devono adottare standard più elevati di verifica delle fonti prima di pubblicare qualsiasi informazione. Infine, gli utenti stessi devono essere educati a riconoscere e segnalare le fake news, contribuendo a creare un ambiente digitale più sicuro e affidabile.

Andrea Zoccolan

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