Arriva una brutta notizia per quanto riguarda le pensioni. I contribuenti italiani potranno avere un solo modo per salvarsi, i dettagli.
Se hai ricevuto una lettera dall’INPS che ti chiede di restituire somme indebitamente percepite è importante sapere che potresti non essere obbligato a pagare. A volte, le richieste di restituzione di fondi da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non implicano automaticamente un debito immediato. Esistono delle motivazioni valide che potrebbero rendere l’indebito richiesto non dovuto.
Una delle ragioni principali è l’esistenza di errori amministrativi o contabili. L’INPS potrebbe aver commesso un errore nel calcolo delle prestazioni o nel determinare la tua idoneità a ricevere determinati benefici. In tali casi, hai il diritto di contestare la richiesta e di chiedere una revisione del caso. È fondamentale raccogliere tutte le prove pertinenti e capire come salvarsi dall’ultima stretta riguardante le pensioni.
Quando si riceve una comunicazione dall’INPS che richiede la restituzione di somme indebitamente percepite, è importante comprendere le opzioni a disposizione per gestire questa situazione complessa. Spesso, questa richiesta si estende non solo ai pensionati, ma anche a coloro che ricevono altri tipi di prestazioni come la NASPI. Le comunicazioni di indebito inviate dall’INPS sono frequenti e possono essere accompagnate da un MAV per il pagamento immediato o da una trattenuta sulle rate future della pensione.
Allo stesso tempo è essenziale capire se la richiesta di restituzione è legittima e quali misure possono essere prese in risposta. Una delle prime azioni da intraprendere è capire l’origine dell’indebito. Spesso l’INPS ricalcola automaticamente le pensioni in base ai dati disponibili, il che potrebbe portare a differenze nei pagamenti effettuati. Questo può includere pagamenti eccessivi dovuti a errori amministrativi o a omissioni nelle dichiarazioni fiscali richieste.
Sempre l’Istituto utilizza banche dati per incrociare le info dell’Agenzia delle Entrate. Questo processo può rivelare discrepanze nei redditi dichiarati o nelle condizioni familiari, che influenzano direttamente l’ammontare delle prestazioni previdenziali. Nonostante l’articolo 2033 del Codice Civile imponga la restituzione dei pagamenti non dovuti, ci sono situazioni in cui il pensionato potrebbe non essere tenuto a restituire integralmente le somme richieste.
Un esempio potrebbe essere se l’errore di calcolo fosse imputabile all’Inps stessa. In questi casi i pensionati hanno il diritto di contestare la richiesta di restituzione e di ricorrere a procedure legali per difendere i propri interessi. Il consiglio migliore da seguire è quello di raccogliere documenti pertinenti e consultare un professionista legale specializzato in diritto previdenziale per valutare le opzioni disponibili.
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