Pastiere, uova, dolci e pizze regalati: ma le consegne non erano vietate?

In Campania e nel Casertano si assiste in questi giorni a tante Amministrazioni e attività che regalano e consegnano generi alimentari di ogni tipo.

Alla base di tutto c’è un’ordinanza della Regione Campania la numero 13 del 12 marzo 2020, firmata dal governatore Vincenzo De Luca. In questa ordinanza, poi prolungata fino al 14 aprile, venivano sospese tutte le attività di consegna a domicilio di prodotti non confezionati. Nello specifico: “I supermercati e gli altri esercizi di vendita di beni di prima necessità – che restano aperti – sono legittimati ad effettuare consegne a domicilio soltanto di prodotti confezionati e da parte di personale protetto con appositi DPI“.

Questo ha provocato l’interruzione delle consegne da parte di pizzerie, paninoteche e la produzione di pasti pronti di supermercati. Anche le grandi catene del delivery food come Just Eat, Deliveroo ecc hanno dovuto bloccare le consegne del cibo a domicilio per questa ordinanza.

Il cibo a domicilio…regalato

Nella settimana che precede la Pasqua stiamo assistendo, invece, ad una consegna massiccia di prodotti a casa. Un’idea che può essere anche lodevole, soprattutto se viene consegnata a chi ne ha più bisogno, ma che potrebbe far suscitare più di un dubbio. Molte amministrazioni comunali, infatti, non hanno portato (o si accingono a farlo) casa per casa solo prodotti confezionati, ma anche pizze, dolci, pastiere e uova artigianali. Insomma prodotti che secondo l’ordinanza non possono essere consegnati a domicilio, vengono ora portati dai volontari nelle case delle persone perché regalati.

Dai dolci di Casapesenna alle pizze di Santa Maria la Fossa e ai babà di Orta di Atella

A Santa Maria la Fossa ad esempio sono state distribuite pizze dai volontari, con il beneplacito dell’amministrazione comunale, mentre a Casapesenna in decine di case sono arrivati dolci e uova pasquali con tanto di biglietto di auguri da parte del sindaco e dell’amministrazione oltre con l’ indicazione della pasticceria produttrice del posto che ha omaggiato i cittadini. E non solo a coloro che sono in uno stato di necessità. A Orta di Atella invece centinaia di babà e altri dolci sono stati confezionati da un bar di via Troisi in mini vassoi affinché fossero distribuiti ai cittadini in difficoltà. Anche qui in modo gratuito.

‘Regalo a cuor leggero?’

L’iniziativa di regalare resta lodevole, ci mancherebbe altro, ma ci si chiede se questo possa andare in contrasto con le norme vigenti. Ecco perché c’è bisogno forse di un approfondimento da parte di chi controlla, non per contestare l’atto in sé ma per assicurare che lo sforzo di restare chiusi in casa per un mese non venga vanificato da un ‘regalo’ fatto a cuore leggero e con tutte le ottime intenzioni del caso.

D’altro canto anche De Luca era stato chiaro sul motivo che ha ispirato l’ordinanza che ha fermato le consegne a domicilio: “Se abbiamo 100 pizzerie che ogni sera fanno almeno dieci consegne a domicilio, diventano mille contatti in dieci giorni, con la consegna di pizze a meno di un metro dal cliente. È una piccola cosa che rischia di creare migliaia di contatti personali e moltiplicare il contagio. Mettere in campo misure rigorose significa questo, le mezze misure non servono. Se non siamo rigorosi oggi, rischiamo di trascinarci questo problema per mesi e mesi, con una crisi economica drammatica. Tante lamentazioni sono superflue, facciamo due settimane di sacrificio, così che dopo ci sarà una ripresa economica inimmaginabile, perché la gente avrà voglia di vivere”. Secondo De Luca in questo momento bisogna avere un “rigore spartano, non deve esserci nemmeno una sbavatura nei comportamenti“.

I quesiti

Viste le dichiarazioni di De Luca e letta l’ordinanza con cui si vietano le consegne a domicilio, a questo punto forse è necessario interrogarsi sul regalo di prodotti non confezionati che in questi giorni stanno arrivando nelle case delle persone. Il regalo di questi prodotti non confezionati può essere una sbavatura nei comportamenti? Anche perché – lo ripetiamo – tecnicamente questi prodotti non possono essere normalmente consegnati, perché vietato dall’ordinanza. Ma a questo punto scattano altre domande:

  • E’ stata proibita la vendita anche ai supermercati per i cibi cotti, che in genere preparano cibi da asporto, perché l’essenza dell’ordinanza è il distanziamento fisico, perché questo non vale per quello regalato?
  • Questo regali e persone che girano per le case possono indurre ad una forma di lassismo?
  • La consegna di pizze, dolci alla popolazione a scopo benefico rientrano nella fattispecie ex lege?

A qualcuno questi quesiti potrebbero sembrare una esagerazione, eppure ora come non mai bisogna stare attenti ad ogni singolo comportamento. Anche adesso che la curva dei contagi sta leggermente calando, soprattutto ora bisogna essere ‘spartani’ per evitare di buttare a mare un sacrificio enorme (quello del distanziamento dei propri cari) per aver goduto, magari, di una fetta di pastiera regalata e consegnata fino a casa.

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