Senza tutela e a rischio sono non solo i sanitari, ma anche gli operatori delle agenzie funebri. Qui la testimonianza di Antonio (nome di fantasia), dipendente di un”impresa della provincia di Napoli.
” Cerco di essere attento, ma non ho nessuna tutela.A casa mi aspettano mia moglie e due figli adolescenti e la mia paura più grande è che possa infettarmi e contagiare anche loro. A volte, per prudenza, evito perfino di cenare con loro”. Antonio è un operatore di un’agenzia funebre, di lunga esperienza ormai, non conosce altro che questo lavoro e non lo disprezza,, anzi ha la possibilità di guadagnarsi lo stipendio e di vivere dignitosamente, ma in tempo di Coronavirus, i rischi sono alti e lo terrorizza l’idea del contagio. “Facciamo fatica a trovare i dpi – spiega l’operatore – e quando andiamo a casa di persone decedute, veniamo a contatto con i familiari. Se i morti sono di Coronavirus, come la mettiamo? Come ci proteggiamo?”.
Antonio dice che quando si recano a casa di persone decedute o in ospedale, oggi, indossano il classico abito con cravatta, mascherina e guanti. “Ma non basta!” dice. “Dovremmo essere forniti di tute per evitare la contaminazione, proprio ieri siamo stati a casa di una donna morta di Coronavirus e non siamo certi di essere nelle condizioni di affrontare questi rischi, nessuno ci dà indicazioni o ci forma sulle procedure giuste da adottare. Siamo lasciati in balia del nostro buonsenso”.
In Lombardia, purtroppo, la cronaca parla di tanti casi di operatori funebri contagiati e anche di tanti decessi nel settore. ” Di qui a qualche giorno, purtroppo, ci attendiamo anche in Campania un aumento dei contagiati e dei morti e noi saremo ancora più a rischio, senza che nessuno ci consideri. Siamo in pericolo come gli operatori sanitari, ma totalmente dimenticati. Di noi se ne fregano tutti, purtroppo!”.
Antonio lancia un appello al presidente Vincenzo De Luca: ” Chiedo che utilizzi il suo pugno duro anche per il nostro settore, perché così, non solo rischiamo noi, ma mettiamo a rischio anche gli altri. Non si dimentichi di noi, abbiamo tanta paura!”.
E in effetti il timore del contagio si sente nelle parole tremanti di Antonio, che a stento trattiene le lacrime mentre descrive l’angoscia di queste ore. Tocca con mano la morte ed è una morte, quella con e per Coronavirus, che intimorisce e fa vedere tutto buio.
Che nessuno venga lasciato indietro, chi non si ferma ha il diritto di essere tutelato! E la storia di Antonio è quella di centinaia di operatori funebri in Campania e altre regioni che in questo momento vanno tutelati.
Alessandra Tommasino
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