Francesco Cirillo è stato arrestato. Condannato a 30 anni di carcere, era in fuga dal 20 novembre. Sulle sue tracce c’erano carabinieri, polizia e Dda di Napoli.

La caccia a Francesco Cirillo è finita, l’esponente del clan dei Casalesi è stato arrestato. Era in fuga dopo la condanna definitiva a 30 anni di carcere per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello, ucciso dal clan a Baia Verde, una località di Castel Volturno in provincia di Caserta il 16 maggio del 2008 dell’ala stragista capeggiata dal camorrista Giuseppe Setola, oggi ergastolano. La giustizia ha appurato che il clan dei Casalesi si mosse per punire Noviello, che alcuni anni prima, insieme al figlio Massimiliano (attualmente sotto scorta), aveva denunciato e fatto arrestare per estorsione proprio Cirillo con altri esattori del clan. Cirillo, stanato dalle forze dell’ordine, è stato trovato vicino Arzano nel Napoletano.

Le reazioni

“Il mancato arresto di Francesco Cirillo, fra i responsabili dell’omicidio di Domenico Noviello, nonostante la definitiva condanna a 30 anni di reclusione, getta nello sconforto e accentua la nostra preoccupazione già altre volte espressa sul rischioso calo di tensione nella lotta alla criminalità organizzata “. Così erano intervenuti all’indomani della notizia della fuga, il Comitato don Peppe Diana ed il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. “Alla notizia dell’arresto odierno dello stesso Cirillo, esprimiamo un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura che con tenacia hanno continuato a lavorare per fare giustizia. Ai familiari di Domenico Noviello tutti, va il nostro abbraccio e la fiducia che insieme la battaglia contro la camorra e contro i camorristi si vince“, ha scritto ora il Comitato don Peppe Diana in un post sulla sua pagina social.

Per Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, “L’arresto del latitante Francesco Cirillo è un risultato dello sforzo congiunto delle forze dell’ordine cui va il mio sincero ringraziamento. La latitanza aveva segnato una profonda ferita nei familiari ed in tutta la società civile che si batte contro la camorra. Parimenti è importante oggi avere piena fiducia nella Giustizia e nei suoi uomini che hanno messo fine a questa latitanza e ridanno forza e dignità alle donne e agli uomini che ogni giorno si battono contro la sopraffazione, il racket e la violenza della criminalità organizzata”. Tina Cioffo