Salvatore Barbaro fu ucciso nel 2009, stamattina la sentenza di Appello ha condannato mandante e fiancheggiatori. Le pene per tre imputati sono due ergastoli ed una assoluzione.
La Corte di Assise di Appello di Napoli terza sezione, per l’omicidio di Salvatore Barbaro, ucciso ad Ercolano il 13 novembre del 2009 per un tragico scambio di persona, ha condannato all’ergastolo Natale Dantese (mandante dell’omicidio) e Antonio Sannino (esecutore) e ha invece assolto, a parziale riforma della sentenza che era stata emessa a dicembre dalla Corte di Assise di Napoli, l’imputato Pasquale Spronello. Il killer Vincenzo Spagnuolo era stato già condannato alla pena di 30 anni di carcere in un processo svoltosi con rito abbreviato. Accolte le richieste di parte civile dei familiari, rappresentati dall’avvocato Giovanni Zara.
Gli assassini scambiarono l’auto del giovane, una Suzuki Swift di colore grigio, per quella di un camorrista e non esitarono a fare fuoco. Salvatore Barbaro fu raggiunto da almeno 11 colpi di arma da fuoco. Il ragazzo che doveva sposarsi dopo pochi mesi provò a mettersi in salvo ma morì dopo pochi passi.
La verità fu ricostruita grazie alle indagini dei carabinieri di Ercolano e di Torre Del Greco, in particolare del maresciallo Angelo Di Santo, coordinate dall’allora pm Pierpaolo Filippelli, ora Procuratore Aggiunto della Procura di Torre Annunziata. Salvatore Barbaro è una vittima innocente della camorra. I killer per quell’omicidio ricevettero come pagamento la somma di 800 euro per aver sbagliato persona. L’obiettivo designato era Ciro Savino, affiliato ai Birra-Iacomino.
I familiari hanno presentato istanza di riconoscimento dello status di vittima innocente ma la richiesta è stata rigettata dal Ministero dell’Interno, per lontane parentele con soggetti gravati da reati non mafiosi. “Questi parenti esistono ma noi non li abbiamo mai frequentati, facciamo la nostra vita con sacrificio. E poi che c’entrano con mio fratello e con la sua morte da innocente?”, dice Agnese Barbaro, la sorella di Salvatore.
In tribunale stamattina per assistere alla lettura della sentenza c’era la sorella Agnese ed il fratello Mario Barbaro. La madre Giovanna Scudo, malata di cancro aveva una seduta di chemioterapia. I familiari sono stati scortati dalla polizia per evitare che i parenti degli imputati potessero rivolgere loro commenti o minacce. Accanto alla famiglia barbaro c’era Bruno Vallefuoco padre di Angelo vittima innocente di camorra e Pasquale Leone incaricato regionale dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci).
Gli imputati, Dantese detenuto presso il carcere dell’Aquila ha assistito in teleconferenza mentre Sannino era in aula. Le motivazioni della pena comminata saranno pubblicate tra 90 giorni. Sulla base delle stesse, la Procura generale di Napoli deciderà se ricorrere in Cassazione per l’assoluzione di Pasquale Spronello. La notizia dell’assoluzione è stata infatti colta con sconcerto dai fratelli di Salvatore e dalla stessa Procura.
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