La fitta pioggia annunciata dall’ allerta arancione è stata accolta con preoccupazione, dopo i preoccupanti episodi che si sono registrati la scorsa settimana a Casal di Principe, quando lo scorso lunedì, con l’ allerta gialla, la pioggia intensa e le raffiche di vento hanno fatto vivere momenti di panico. Di seguito la testimonianza di Giovanni Caterino.
Quanto accaduto, lunedì scorso, nel Casertano, ha fatto emergere ancora una volta le difficoltà e i disagi che si presentano in Italia quando si tratta di eventi atmosferici straordinari. La pioggia intensa e le raffiche di vento hanno creato seri problemi, purtroppo il cambiamento climatico è una realtà e il Paese non è ancora preparato. Dinanzi a questi scenari, la Protezione civile, della quale anche io sono un volontario, cerca di tamponare da anni le varie criticità ma di certo dovrebbe sostenere e non sostituirsi ai soccorsi.
Lo scorso lunedì, a Casal di principe, io e l’altro amico volontario, Ulderico, dopo le intense precipitazioni cadute in un breve arco temporale, siamo stati chiamati per supportare e assistere i vigili del fuoco a causa dei disagi creati dal violento nubifragio.
Arrivati in via Milano ci siamo accorti della gravità della situazione poiché l’acqua aveva sommerso le auto e allagato le strade. Abbiamo deciso così di intervenire perché allertati dai residenti di zona , che dai balconi gridavano segnalandoci la presenza di due persone in pericolo, rimaste bloccate nelle rispettive auto.
Arrivati sul posto, non abbiamo trovato nessun vigile del fuoco ma solo tanta acqua che circondava il nostro furgone della protezione civile. Vi dico solo che sono dovuto scendere dal finestrino. Mentre avanzavo in acqua con il mio collega, le persone gridavano che dei civili erano bloccati in auto. Dotati solo di coraggio e tanta buona volontà abbiamo messo in salvo le due persone.
Il lieto fine della vicenda e la portata straordinaria dell’evento meteorologico non giustificano però, in generale, i rischi per i volontari, che purtroppo spesso non sono dotati di attrezzature di sicurezza adeguate e sono poco supportati dai soccorsi. Anche in questo caso, infatti sono arrivati purtroppo solo dopo la messa in sicurezza dei cittadini in pericolo di vita. Certo, ritrovarci in quel momento lì, non poteva sottrarci dal mettere in salvo le persone, visto che dinanzi all’evento meteorologico così eccezionale, c’era da intervenire in pochi minuti.
Non sono mancate le polemiche social che, inevitabilmente, hanno sollevato un polverone nei confronti dell’amministrazione comunale, ma il fatto è che Il sistema fognario è realizzato male e, soprattutto, è stato costruito 25 anni fa. Per risolvere del tutto il problema dovrebbe essere rifatto totalmente, con costi che superano di molto le risorse a disposizione di un Comune.
Certo, però, non è possibile che da 30 anni ogni volta che c’è un temporale, Casal di Principe diventi una piscina, né può essere accettabile che i soccorsi impieghino una quantità di tempo infinita solo per arrivare sul posto, mettendo così a rischio la vita delle persone.
Il cambiamento climatico responsabile di eventi di questa portata, le infrastrutture non adeguate, la crescita negli ultimi anni della popolazione e l’urbanizzazione di un territorio già densamente popolato, sono i giusti ingredienti di una tragedia scampata.
Testimonianza di Giovanni Caterino
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