Nelle scuole ci sono più insegnanti che alunni?

Scopri perché nelle scuole il numero di alunni è in calo, con sempre più banchi vuoti, mentre il personale docente continua a crescere
Il nuovo anno scolastico 2024-25 inizia oggi dal punto di vista amministrativo, mentre per gli studenti la campanella suonerà ufficialmente il 16 settembre.
Quest’anno, ci saranno 516.808 studenti, in calo rispetto ai 529.000 dello scorso anno, un riflesso dello spopolamento che ha ridotto il numero di alunni di circa 100.000 nelle scuole pugliesi negli ultimi dieci anni. Nonostante questo calo, si registrano ancora classi sovraffollate, sebbene in diminuzione, secondo l’ufficio scolastico regionale.
Sul fronte dei docenti, l’ufficio scolastico ha lavorato per coprire il fabbisogno, con altre 600 cattedre vacanti che saranno occupate da supplenti. Un nuovo concorso è previsto per novembre. I problemi più gravi riguardano gli insegnanti di sostegno, di cui oltre la metà, circa 8.000, sono precari. I sindacati denunciano un aumento dei posti in deroga, segnalando ulteriori difficoltà in questo settore.
È vero che nelle scuole ci sono più insegnanti che alunni?

Mentre la carenza di docenti ha attirato l’attenzione negli ultimi anni, un’altra preoccupazione crescente è il calo degli allievi. Durante la conferenza stampa pre-rientro, il DECS ha annunciato che circa 55.000 studenti torneranno nelle classi di ogni ordine e grado, una cifra in calo rispetto agli anni passati. Solo nella scuola pubblica, il numero di alunni è diminuito del 2,2% negli ultimi otto anni, passando da 52.791 a 51.621.

Nelle scuole ci sono più insegnanti che alunni?
Nelle scuole ci sono più insegnanti che alunni? – reporters.it

 

Un esempio concreto arriva dalle elementari di Bellinzona Nord, dove alcuni banchi sono stati trasferiti da un’altra scuola della regione, dopo che una classe è stata soppressa per mancanza di studenti.

Il direttore, Mattia Sansossio, ha sottolineato che mentre il loro istituto mantiene una certa stabilità, altre scuole stanno affrontando maggiori difficoltà e cercano di ottimizzare le risorse a disposizione.

Il calo progressivo delle nascite ha innescato una catena che sta lentamente svuotando le scuole ticinesi. I banchi vuoti alle elementari sono il risultato del minor numero di bambini nelle scuole dell’infanzia, che a loro volta riflettono le culle vuote degli anni precedenti. Dal 2016, il numero di bambini nelle scuole dell’infanzia pubbliche è sceso da 8.562 a 7.570 (-11%), mentre nelle scuole elementari il calo è stato del 10% (da 15.945 a 14.230).

Anche se nelle scuole medie il calo non si è ancora manifestato, è solo questione di tempo. Tiziana Zaninelli, caposezione dell’insegnamento medio, conferma: “Quest’anno non abbiamo registrato una riduzione significativa del numero di allievi, ma ci sono segnali che indicano che dal prossimo anno scolastico anche le scuole medie saranno colpite da un calo delle sezioni”.

Il DECS affronta un doppio problema, sia esistenziale che organizzativo, legato alla progressiva riduzione degli allievi nelle scuole ticinesi. Per rendere la transizione verso una scuola meno affollata il più possibile indolore, il numero dei pensionamenti dei docenti dovrebbe crescere in parallelo con il calo degli studenti, ma ciò non sta accadendo. Come sottolinea Tiziana Zaninelli, molti insegnanti hanno davanti a sé ancora 10-15 anni di carriera. Questo porta al rischio che, in futuro, ci si ritrovi con docenti che insegnano a classi decimate o addirittura inesistenti.

Già dal prossimo anno, per materie come storia, italiano e inglese, il numero di ore di lezione sarà ridotto, e gli insegnanti potrebbero dover coprire queste ore in altri modi, magari spostandosi su più sedi. Le direzioni scolastiche stanno già lavorando su questo aspetto per gestire la situazione.

Le prospettive future non sono incoraggianti. Secondo le attuali proiezioni demografiche, nei prossimi dieci anni potrebbero scomparire decine di sezioni. Il fenomeno è già in atto nelle scuole superiori, dove quest’anno cinque aule rimarranno vuote nei sei licei cantonali. Delle 248 classi presenti a giugno, a settembre ne rimangono 243, evidenziando il calo in atto.

Al Liceo Lugano 1, sei classi sono state soppresse (da 34 a 28), ma il motivo è lo spostamento di molti studenti nella nuova sede di Viganello. Al contrario, il Liceo Lugano 3, inaugurato a gennaio e destinato a trasferirsi ad Agno nel 2030, ha visto un aumento delle sezioni, da 24 a 32 con il nuovo anno scolastico.

Come spiega Francesca Pedrazzini Pesce, caposezione dell’insegnamento medio superiore, le variazioni sono notevoli nel Luganese, ma la diminuzione delle classi riguarda principalmente i licei e non la Commercio di Bellinzona.

Non sempre, però, dietro un banco vuoto si nasconde un problema demografico. In alcuni casi, è legato a assenze prolungate o a studenti che scelgono scuole private, che hanno visto un aumento del 3,2% nel 2022 rispetto al 2020, con alcuni allievi che preferiscono lezioni alternative, come nei boschi.

Inoltre, gli assenti di lunga durata sono aumentati: nel 2022-23, nelle scuole medie ticinesi, erano 352, pari al 2,9% del totale. Questo fenomeno è spesso legato a un crescente “mal di scuola”, accentuato dalla crisi del Covid-19. Secondo Gabriele Barreca, responsabile dell’area psico-educativa di Croce Rossa a Chiasso, il rifiuto scolastico è un sintomo di ansia crescente tra i ragazzi, un segnale di disagio che richiede attenzione. La scuola ticinese sta investendo in formazione docente e educazione emotiva per affrontare questi problemi, ricordando che gli studenti non sono solo numeri o pupazzi, ma persone che hanno bisogno di supporto e comprensione.

Gestione cookie